Alitalia, al via il commissariamento. Il premier: “Non ci sono le condizioni per la nazionalizzazione”

IL FATTO – Il “no” al referendum sul pre-accordo per il salvataggio di Alitalia produce subito il primo effetto: salta la ricapitalizzazione della compagnia e a giorni scatterà il commissariamento. Per garantire la liquidità nei prossimi sei mesi all’azienda commissariata, il governo punta ad ottenere dalla Ue il via libera ad un prestito ponte.

“Abbiamo come priorita’ ossessiva il lavoro e in particolare il lavoro per i giovani. Per il Governo e’ un impegno assoluto. In parte possiamo rispondere con l’impiego nella pubblica amministrazione e infatti c’e’ stato lo sblocco del turn over. Ma l’occupazione strategica – ha concluso – e’ il riflesso del tessuto produttivo”.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GENTILONI – “Sulla questione Alitalia bisogna dire la verita’, l’ho gia’ detta prima, lo dico anche adesso: non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione di Alitalia”, ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine della visita effettuata al pastificio Rummo di Benevento. “Tuttavia il governo si sente impegnato a difendere lavoratori, utenti, contribuenti e cittadini per non disperdere risorse e asset della compagnia”. “Ci lavoreremo sapendo tuttavia che l’esito del referendum rende piu’ difficile la sfida”.

IL MINISTRO POLETTI -“Alitalia è un’azienda privata – spiega – i soci dovranno decidere cosa fare, hanno una convocazione dell’Assemblea gia’ definita e da quello che si capisce chiederanno l’Amministrazione straordinaria e sulla base della Legge ci saranno le procedure dell’Amministrazione straordinaria. Quindi saranno nominati uno o tre commissari e poi si valutera’ che cosa e’ ragionevolmente possibile fare in quella situazione”. Lo dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, parlando di Alitalia con i giornalisti a margine di un convegno a Imola. “L’abbiamo gia’ detto ripetutamente – ha aggiunto – la nazionalizzazione non e’ una soluzione percorribile. Le altre prospettive sono quelle che si possono costruire, vale sempre la volonta’ degli azionisti. Se gli azionisti sono pronti a fare altre discussioni noi non abbiamo nulla in contrario, prendiamo atto del fatto che gli azionisti prima e oggi hanno ribadito che di fronte a una non approvazione del piano di riorganizzazione non ci sarebbero stati i termini per la capitalizzazione come hanno ribadito anche ieri”.

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