Crescita e sviluppo tra il “Gentiloni Dec” per il post sisma e la riduzione del costo del lavoro per i giovani

Spingere su crescita e sviluppo, possibilmente continuando ad abbassare le tasse. E’ questo il ‘fil rouge’ che guida il governo in queste settimane in cui si stanno limando gli strumenti da mettere in campo, da un lato il documento di Economia e Finanza, dall’altro la manovrina che, ha assicurato Paolo Gentiloni, “non deprimera’ ma incoraggera’ la crescita”.

Per farlo, il decreto correttivo, ribattezzato dallo stesso Gentiloni ‘Dec’, spingera’ prima di tutto sulla ricostruzione post sisma, puntando molto su incentivi alle imprese per convincerle a non abbandonare i territori devastati dai terremoti dell’ultimo anno.

Con il decreto, infatti, arrivera’ anche un fondo ad hoc per la ricostruzione da almeno 1 miliardo l’anno, a valere sulle risorse recuperate per l’aggiustamento strutturale da 0,2 punti di Pil (3,4 miliardi).

Ma nel provvedimento potrebbero trovare spazio altri interventi per migliorare l’ambiente in cui operano le imprese, non solo quelle dell’area dei crateri del sisma, compreso un rafforzamento degli incentivi ai privati per passare alla fatturazione elettronica.

Il governo, visto che l’obbligatorieta’ non e’ consentita dalle regole Ue e una deroga non e’ di immediata concessione, starebbe infatti pensando ad introdurre dei meccanismi premiali, come l’accelerazione dei rimborsi Iva o l’innalzamento del tetto per la tracciabilita’ delle spese (oggi a 30 euro), per favorire la diffusione del sistema anche nei rapporti tra imprese.

Questa misura, tra l’altro, potrebbe anche portare risorse, anche se difficili da stimare data l’adesione non obbligatoria, sul fronte della lotta all’evasione Iva, uno dei ‘capisaldi’ della strategia fiscale che sara’ ribadita nel Def.

Il piatto forte del documento programmatico, sul quale il premier si e’ confrontato anche oggi con il ministro Pier Carlo Padoan, non saranno tanto i numeri, infatti, quanto il nuovo piano di riforme che Bruxelles si aspetta ‘ambizioso’, anche perche’ altrimenti sarebbe difficilissimo rimettersi a discutere di nuova flessibilita’.

Tra queste, oltre a un ricco capitolo fiscale, dovrebbe trovare spazio il nuovo intervento per la riduzione del costo del lavoro che, come auspicato anche dal viceministro dell’Economia Enrico Morando, potrebbe focalizzarsi sui giovani alla prima assunzione stabile.

Gli under 35, questa la fascia di eta’ su cui si starebbe riflettendo, avrebbero come ‘dote personale’ uno sgravio contributivo per i primi tre anni che potrebbero pero’ portare con se’ in caso di cambio del datore di lavoro. Le decisioni di dettaglio, comunque, saranno prese solo in autunno e nel Def dovrebbe comparire solo un ‘generico’ riferimento a un intervento sul cuneo fiscale e contributivo.

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