Camorra, il tribunale dei minori sottrae i figli ai boss: “Divieto assoluto di rapporti con le famiglie” (Video)

Venivano usati come baby spacciatori o semplici pali per controllare gli accessi al Pallonetto, il rione di Napoli a ridosso del Lungomare di via Caracciolo. Eppure erano solo bambini, piccoli soldati di camorra.

Dopo il maxi blitz antidroga dello scorso 17 gennaio che ha decapitato il clan Elia è intervenuto anche il tribunale  dei Minorenni di Napoli che ha sottratto sei bambini ai loro genitori camorristi.

Si tratta di sei minori – due coppie di fratelli, un loro cugino e il figlio di un altro pregiudicato – utilizzati dai genitori nel confezionamento della droga, nella consegna delle dosi e nell’occultamento anche personale delle bustine di cocaina. Oltre a compiere attività di controllo nell’accesso ai vicoli di Santa Lucia per assicurare che lo spaccio non venisse interrotto dalle volanti della polizia.

I sei piccoli – età compresa tra i tre e i quattordici anni – sono stati affidati a case famiglie che si trovano lontano dalla Campania, nel Nord Italia. Tra di loro c’è anche una bambina di otto anni, ripresa dalle telecamere nascoste degli inquirenti mentre confezionava le dosi, e l’adolescente di 12 anni che aveva il compito di consegnare la coca a domicilio, muovendosi in motorino per la città.
Divieto assoluto di rapporti, perché c’è la necessità di recidere i deleteri legami ambientali che hanno già potenzialmente compromesso l’equilibrato sviluppo dei minori”, così ha scritto il collegio dei magistrati minorili, presieduto da Giovanni Saporiti, per motivare il provvedimento di sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale.

“I ragazzi – aggiunge il relatore – hanno vissuto in un contesto familiare e ambientale del tutto privo di stimoli educativi e formativi, caratterizzato dall’abituale trasgressione delle regole morali e della comune convivenza”.

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