N’Albero supera i 100.000 visitatori

Oltre 100.000 visitatori per Nalbero. Lunedì 26 dicembre, il giorno di Santo Stefano, migliaia di napoletani e turisti hanno trascorso la loro mattinata sul lungomare, andando a scoprire le meraviglie di Nalbero che ha offerto lo spettacolo di Babbo Natale per i bambini: al piano della terrazza, l’icona del Natale nell’immaginario dei più piccoli ha accolto tutti sotto una finta nevicata che ha sfidato il sole di Napoli.

Una festa anche per celebrare i record di Nalbero che ieri, nel giorno di Natale, ha raggiunto intorno a mezzogiorno i 100.000 visitatori, di cui circa 32.000 paganti che hanno scelto di salire alle terrazze piu’ in alto. Ma Nalbero e’ stato scelto anche per il “Santo Stefano in mutande” da un gruppo di professionisti napoletani che da undici anni celebrano la fine del Natale con una incursione in giacca e cravatta ma senza pantaloni: “Lo scorso anno – racconta Francesco Palumbo, specializzando in radiologia – avevamo scelto Roma, ma per il 2016 siamo tornati al centro di Napoli per celebrare il nostro rito natalizio su Nalbero, che ci sembra un’iniziativa innovativa che caratterizza le feste in citta’ e che ci sembrava giusto celebrare. Siamo arrivati un po’ timorosi su come gli organizzatori avrebbero acoclto la nostra iniziativa ma ci hanno fatto entrare con lo stesso entusiasmo con cui hanno lanciato la costruzione di Nalbero”. I dodici giovani professionisti in mutande hanno lanciato le loro foto sui social network con l’hashtag “#mutandati” E col passare dei giorni Nalbero rende sempre piu’ vivo il tratto di lungomare alla Rotonda Diaz, come dimostrato dalla lettera aperta che i giostrai e i gestori dei chioschi autorizzati della zona hanno scritto al sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Fino a un mese fa – si legge nella missiva – la gente passeggiava solo su via Partenope grazie alla presenza di decine di ristoranti, pizzerie e locali pubblici. Finalmente un grande attrattore ha creato un maggior equilibrio, dando vitalita’ anche alle attivita’ della Caracciolo”.

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