PATTO PER NAPOLI – De Magistris: “Abbiamo fatto un buon lavoro con Palazzo Chigi”

”Devo dare atto che tra Comune e Palazzo Chigi si è lavorato molto bene per arrivare alla firma del Patto per Napoli”. Così il sindaco, Luigi de Magistris, a poche ore dalla firma, con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Patto per Napoli con cui al Comune e alla Città metropolitana saranno destinati 308 milioni di euro per la realizzazione di progetti che riguardano riqualificazione delle periferie, infrastrutture e mobilità.

”E’ un risultato importante” ha detto de Magistris nel corso della diretta facebook su Repubblica Napoli. ”Si tratta di progetti immediatamente cantierabili attraverso procedure semplificate senza la necessità di dover commissariare” ha aggiunto.

Tra i progetti finanziati, c’è l’abbattimento di tre Vele a Scampia e la riqualificazione dell’unica che resterà in piedi che sarà trasformata nella sede della Città metropolitana. ”E’ un messaggio culturale e politico molto forte perchè Scampia da periferia diventa centro della Città metropolitana”. Altri progetti riguardano opere infrastrutturali come il tram veloce a Napoli est, interventi per la mobilità su gomma ”che è molto sofferente”, progetti per la messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici ”anche con incentivi ai privati”. Tra le opere che saranno finanziate dal Patto, anche la riqualificazione e rigenerazione delle più importanti scale cittadine perchè – ha affermato de Magistris – ”riteniamo che rappresentino il cuore e il collegamento tra il territorio e anche dal punto di vista turistico sono assolutamente da incentivare”. Il sindaco ha voluto “tranquillizzare” i napoletani spiegando loro che ”non si devono preoccupare se esiste difformità di vedute politiche con il Governo perchè noi sappiamo tenere distinto il dissenso politico, sale della democrazia, dalla cooperazione istituzionale. ”Noi – ha aggiunto – ci andiamo a sedere ai tavoli quando si rispetta la normativa”. ‘

‘La cooperazione istituzionale – ha concluso de Magistris – fa parte della nostra storia. Non ci mettiamo sull’Aventino, ma siamo persone libere e se il presidente del Consiglio fa qualcosa che non condividiamo, non glielo diciamo solo nell’ufficio, ma anche pubblicamente”.

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