CRONACA – Duplice omicidio alla Sanità: fermate quattro persone del clan Genidoni. Tra loro c’è anche Emanuele Esposito, figlio e fratello dei due uomini uccisi sabato a Marano

Il 22 aprile scorso avrebbero sparato nel cuore della Sanità uccidendo due esponenti del clan rivale. La squadra mobile di Napoli ha fermato quattro persone ritenute coinvolte nel raid delle Fontanelle in cui persero la vita il 42 enne Giuseppe Vastarella e suo cognato 41 enne Salvatore Vigna. Le misure cautelari, emesse dalla DDA e firmate dal pm Enrica Parascandolo, riguardano Antonio Genidoni, figliastro del defunto boss Pietro Esposito, arrestato a Milano, la moglie Vincenza Esposito, la madre Addolorata Spina ed Emanuele Esposito.

I PRESUNTI RESPONSABILI DEL DUPLICE OMICIDIO

Antonio Genidoni e Addolorata Spina sono ritenuti i mandanti del duplice omicidio della Sanità. A fare fuoco all’interno di un circolo privato, l’associazione ‘Maria Santissima dell’Arco’, sarebbe stato però Emanuele Esposito. Il killer è figlio e fratello, di Giuseppe e Filippo Esposito, rispettivamente di 57 e 30 anni, uccisi sabato scorso in un’autofficina di Marano, secondo le ipotesi investigative per una vendetta trasversale scattata in risposta all’omicidio.

LA LOTTA TRA I VASTARELLA E I GENIDONI

Il tutto è maturato nell’ambito di contrasti tra il clan Vastarella e il gruppo camorristico di Genidoni, quest’ultimo figliastro del boss Pietro Esposito, detto “pierino” ucciso nel novembre del 2015 nella stessa piazza del rione Sanità dove il 6 settembre dello stesso anno fu ammazzato, per errore, il diciassettenne Genny Cesarano. Il figlio di Pietro Esposito, Ciro, è stato ucciso, anche lui nel quartiere Sanità, il 7 gennaio del 2015: è stato il primo omicidio di camorra consumato a Napoli quell’anno. I killer entrarono in azione sparando nove colpi tra il civico 100 e il civico 108 di via Sanità. Antonio Genidoni è stato prelevato dalla Polizia di Stato a Milano, dagli agenti della locale Squadra Mobile. Lì era stato ristretto agli arresti domiciliari.

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