Truffa all’INPS: indennità a falsi dipendenti (Guarda il video)

I Carabinieri di Casal di Principe hanno scoperto una truffa da un milione di euro ai danni dell’INPS. Quattro imprenditori casertani dichiaravano falsi dipendenti che poi venivano licenziati e a cui sono state corrisposte anche le indennità di disoccupazione. L’organizzazione fraudolenta è stata scoperta e questa mattina i carabinieri di Casal di Principe hanno eseguito sequestri preventivi di nei confronti di 4 persone indagate, a vario titolo, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Il provvedimento scaturisce da un’indagine condotta dai carabinieri  di Villa Literno da settembre 2013 a gennaio 2015, che ha coinvolto circa 300 persone. Gli investigatori hanno scoperto che i rappresentanti legali di finte  ditte edili, con sede nel Lazio ed in Campania,  risultavano aver presentato, per gli anni 2013 e 2014, in via telematica denunce aziendali, direttamente all’I.N.P.S. di Caserta o tramite CAF, con le quali attestavano falsamente la sussistenza di rapporti di lavoro, consentendo ai falsi dipendenti, una volta comunicatone il licenziamento, di richiedere la corrispondente indennità di disoccupazione, denominata ASPI o MINIASPI; ignara della truffa, l’INPS ha erogato tali indennità ai finti dipendenti delle ditte per la complessiva somma di 1.111.254,8 euro.

Le somme corrisposte venivano accreditate su carte prepagate intestate agli apparenti dipendenti, il cui PIN veniva comunicato alle sedi delle ditte: ciò rendeva possibile prelevare le somme erogate dall’ente previdenziale. Il provvedimento di sequestro preventivo, a carico dei rappresentanti legali delle aziende è finalizzato alla confisca delle somme rinvenute sui conti correnti e delle somme di denaro nelle loro disponibilità o, comunque, al sequestro per equivalente di beni mobili, immobili e mobili registrati nelle disponibilità degli indagati fino alla concorrenza delle somme da ciascuno percepite come provento dell’attività fraudolenta.

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