Bassolino: “Ho fatto il ‘Maradona’, ora sarò come Sarri”

Antonio Bassolino non ha perso la verve e la spigliatezza dialettica. Dopo cinque anni di lontananza dalla scena politica è tornato in campo in maniera prepotente e assolutamente autonoma, dopo il gelo del Pd sulla sua autocandidaura al ritorno a palazzo San Giacomo. Tornato alla ribalta nazionale dopo l’annuncio della sua candidatura alle primarie per il Comune di Napoli, l’ex sindaco, ex governatore ed ex ministro del Lavoro, è consapevole dell’attenzione suscitata dopo le polemiche per la sua candidatura esplose soprattutto all’interno del Pd.

“Io e de Magistris al ballottaggio? Sarebbe una bella partita, una bella battaglia. Molto dipende da cosa accadrà nelle prossime settimane…”. Così Antonio Bassolino ha parlato alla trasmissione “Un giorno da pecora” in onda su Rai Radio2, della possibile sfida con il Sindaco di Napoli uscente Luigi de Magistris in vista delle Elezioni Comunali 2016.

“Quella di sindaco è una poltrona molto difficile – ha affermato Bassolino – . E’ un guaio governare una città come Napoli. Io lo so bene cosa significa, così come lo sa de Magistris. Non è come stare in Parlamento, dove si parla ed è tutto più semplice. Fare il Sindaco di Napoli è una cosa bellissima, ma anche molto dura. Bisogna avere a che fare ogni giorno con mille problemi. Spero di dare alla mia città le energie che ancora ho e di aiutare giovani generazioni a farsi avanti. Per me Napoli viene prima di tutto”.

“Io – insiste – vado avanti con le primarie perché penso di poter parlare a certe forze di Napoli che in questi anni sono stati lontane dal Pd”. Rinuncerebbe, gli chiedono, se il Pd individuasse una figura del tipo di quella di Giuseppe Sala a Milano? “Il treno è partito – dice Bassolino ripetendo la metafora del convoglio in corsa – con le persone si parla a tempo. Se mi avessero chiesto aiuto e consigli mesi fa io lo avrei fatto. Mi sarei guardato intorno e avrei dato il mio contributo come ho sempre fatto. Nessuno mi ha chiamato”. Lo farebbe ora? Insistono i giornalisti. “Si parla a tempo debito”.

E conclude con un parallelo calcistico: “Io voglio fare il Sarri. Il Maradona l’ho già fatto nel 1993, quando ho vinto e bisognava sfondare. Ora voglio essere un allenatore di giovani, proprio come Sarri. Se il Napoli vince lo scudetto? Vado a ringraziare San Gennaro”.

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