La Galleria Borbonica e le nuove scoperte della Via delle Memorie

di E.S.

Compie due anni l’ultimo nato dei percorsi della Galleria Borbonica di Napoli, “La Via delle memorie”, e proprio in questa occasione apre una nuova straordinaria sezione del percorso. Durante la campagna di scavo sotto il ricovero civile di Palazzo Serra di Cassano, fu ritrovata un’area con alcuni segni molto chiari della presenza delle milizie fasciste: per ben tre volte era incisa la parola “Riservato”, c’erano dei cardini di una grande porta blindata, dei fili di un impianto telefonico e dei numeri vicino al muro con delle iniziali (M.C.A. milizia contro aerea e UNPA- unione nazionale antiaerea).

Dalle ricerche storiche e dalla testimonianza della signora Anna Isticato, nata nel 1929 ed attualmente residente a Palazzo Serra di Cassano, che da bambina scendeva a rifugiarsi nel grande cavita’ del palazzo durante gli allarmi-bombe, e’ stato possibile stabilire che questa area era riservata alla Milizia fascista ed i telefoni servivano per gestire le operazioni di ricovero dei fascisti.Nelle profondità del sottosuolo, alla scoperta di uno straordinario viaggio nella Napoli “di sotto”.

Ma è solo una delel ultime scoperte della Galleria borbonica, un  percorso storico che consente di ammirare quanto realizzato nel sottosuolo della città negli ultimi 500 anni.

In particolare, singolare la  visita al cortile ottagonale ed allo scalone del Palazzo Serra di Cassano per poi giungere dopo una breve scala negli spazi gestiti da Interno A14 che un tempo ospitavano la falegnameria del Palazzo.

Negli ambienti è stato allestito un piccolo museo della guerra con reperti ritrovati durante gli scavi durati tre anni.

E poi comincia la discesa verso il sottosuolo dove si raggiungono prima le cave da cui è stato estratto il tufo per realizzare il Palazzo e poi il sottostante acquedotto dove risplende una magnifica cisterna piena d’acqua. La visita continua verso la Galleria Borbonica attraversando gallerie e cisterne per poi raggiungere l’uscita all’interno del Parcheggio Morelli.

Nel 2007 i geologi che lavoravano nella galleria scoprirono un passaggio murato che lo divideva da un’altra grande cavità che era stata riadattata a ricovero bellico. In questi ambienti gli stessi geologi rinvennero un altro accesso ai ricoveri, che nel Seicento costituiva già un ingresso al sottosuolo. Il passaggio veniva utilizzato dai “pozzari” che si occupavano della manutenzione dell’acquedotto; è costituito da una stretta scala di 75 gradini in coccio pesto che giunge in un locale di Vico del Grottone, alle spalle della chiesa di Piazza Plebiscito.

Durante il periodo bellico, tra il 1939 e il 1945, la Galleria ed alcune ex cisterne limitrofe furono utilizzati come ricovero dei cittadini; vi trovarono rifugio tra i 5.000 ed i 10.000 napoletani, molti dei quali persero le case durante i numerosi bombardamenti subiti dalla città sia da parte degli alleati, prima, e in seguito dei tedeschi.

Dopo la guerra e fino al 1970 la Galleria Borbonica fu utilizzata come Deposito Giudiziale Comunale dove veniva immagazzinato tutto ciò che era stato estratto dalle macerie causate dai duecento bombardamenti subiti da Napoli; qui si ammassò anche tutto quello che fino agli anni ‘70 veniva recuperato da crolli, sfratti e sequestri.

Oltre ai numerosi autoveicoli e motoveicoli, al di sotto di cumuli di detriti alti 8 m, sono state rinvenute parecchie statue di epoche diverse tra le quali l’intero monumento funebre del capitano Aurelio Padovani, pluridecorato capitano dei bersaglieri nel I° conflitto mondiale e fondatore del partito fascista napoletano.

 

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