Napoli, sciopero degli studenti delle superiori: “Non ci sentiamo tutelati, questo non è un rientro in sicurezza”

Sciopero degli studenti delle secondarie di secondo grado. “In presenza sì ma in sicurezza”, si legge nel documento avanzato dal Movimento studentesco napoletano, al quale hanno aderito moltissimi istituti: Mazzini, Giustino Fortunato, Galilei, Comenio, Alberti, Gentileschi, Volta, Cavalcanti, Sbordone, Galiani, Caruso, Nitti, Mercalli, Pagano, Vittorini, De Nicola, Vico, Siani, Morante, Elena Di Savoia, Serra, Galilei Ferrari, Sannazzaro, Marie Curie, Vittorio Emanuele II, Umberto I, Fonseca, Genovesi.

“La protesta – ha spiegato Renato Ilari, rappresentante del liceo Umberto I – nasce dall’impossibilità di sentirci tutelati. Questo non è un rientro in sicurezza”. “I trasporti speciali per noi studenti sono stati sospesi e così aumenteranno le possibilità di contagi che in tutta la città sono in aumento: da un nostro sondaggio solo all’Umberto se ne contano 250”, ha aggiunto.

Il Movimento studentesco: “Il Governo vuole nascondere la gestione inadeguata dell’emergenza nelle scuole”

“E’ dall’inizio dell’emergenza Covid che stiamo mobilitando, richiedendo degli investimenti seri e sostanziali per l’edilizia scolastica e i trasporti – affermano i rappresentanti del Movimento studentesco – Lo stiamo facendo perché vogliamo assicurarci quell’istruzione in presenza che crediamo indispensabile e unico mezzo per una reale formazione a 360 gradi, a differenza di una Dad che abbiamo imparato a conoscere come individualizzante, classista ed estremamente nozionistica. L’abbiamo fatto perché crediamo che la scuola sia socialità, collettività, confronto. Ma questo confronto deve avvenire in assoluta sicurezza. Il diritto all’istruzione e il diritto alla salute non possono separarsi”.

“A due anni dai primi casi registrati in Italia – proseguono i rappresentanti – cosa ha fatto [il Governo, ndr] per rendere i nostri istituti e le infrastrutture di cui dobbiamo usufruire ogni giorno sicure?” Il Movimento studentesco ritiene che il Governo “stia dando un via libera al rientro senza prendersi le responsabilità di mancanza di investimenti, per non far trasparire segnali di una gestione inadeguata dell’emergenza pandemica nelle scuole”.

Fra le richieste degli studenti per un rientro in sicurezza la creazione di tratte straordinarie dei mezzi pubblici, specifiche per gli studenti, mascherine Ffp2 fornite gratuitamente alla scuola e al corpo studentesco, presidi sanitari a scuola di tamponi gratuiti, quarantena della classe interna in caso di due persone positive (senza differenza tra vaccinazioni e non), utilizzo di spazi aperti e alternativi per diminuire gli assembramenti nelle scuole e “assunzione di docenti e personale scolastico per diminuire le dimensioni delle classi”.

“Queste rivendicazioni non sono solo misure temporanee per il periodo pandemico, ma la base per una scuola migliore anche in futuro. Sappiamo anche che i soldi ci sono, non investirli nella scuola è una scelta politica del governo che ha altre priorità”, affermano i rappresentanti del Mercalli. “Richiediamo un incontro ufficiale di una delegazione di studenti con la Regione Campania, per collaborare insieme verso un rientro che sia davvero sicuro e per costruire una reale progettualità. Supportiamo lo sciopero e proponiamo la Dad come rivendicazione temporanea, come forma didattica odiata ma nella quale ci hanno obbligati, un male necessario. L’obiettivo invece la riapertura in sicurezza”.

I rappresentanti del liceo Umberto I: “Torniamo in presenza senza garanzie”

“È dall’inizio dell’emergenza Covid – scrivono su Facebook i rappresentanti del liceo Umberto I – che ci stiamo mobilitando, richiedendo degli investimenti seri e sostanziali per edilizia scolastica e i trasporti. Lo stiamo facendo perché vogliamo assicurarci quell’istruzione face-to-face che crediamo indispensabile e unico mezzo per una reale formazione a 360°, a differenza di una DAD che abbiamo imparato a conoscere come individualizzante, classista ed estremamente nozionistica. L’abbiamo fatto perché crediamo che la scuola sia socialità, collettività, confronto.

Ad oggi, gennaio 2022, due anni dai primi casi registrati in Italia, troviamo spontaneo chiederci: cosa ha fatto lo Stato per rendere i nostri Istituti e le infrastrutture di cui dobbiamo usufruire ogni giorno sicure?

Stiamo infatti tornando in presenza senza garanzie, ma anzi con la fredda denuncia arrivata addirittura dal presidente della regione Campania, che al posto di prendersi le responsabilità per non aver fatto nulla durante questi due anni, dice e citiamo testuali: “non sono stati stanziati fondi per il trasporto scolastico “.

Se prima di Natale la circolazione virale era tutto sommato moderata, ora i contagi aumentano senza sosta, tornando a riempire gli ospedali: anche questo simbolo di una gestione pandemica inadeguata.

Posto che l’indice Rt in Campania e l’incidenza di casi positivi per 100.000 abitanti hanno raggiunto oramai limiti tra più alti dall’insorgenza della pandemia e tra i più alti in Italia, il rientro a scuola implicherebbe inevitabilmente una disomogeneità didattica all’interno delle singole classi: ci sarebbero contemporaneamente numerosi studenti in DAD ed in presenza, rendendo la comunicazione difficoltosa ed ingestibile.

Ci sembra quasi che il Governo, forte dell’alibi della cosiddetta immunità di gregge, stia dando un sostanziale via libera al rientro, in nome del profitto, senza prendersi le responsabilità di quella mancanza di investimenti, che avevamo preventivamente segnalato e bollato come necessari ed urgenti, per non far trasparire segnali di una gestione inadeguata dell’emergenza pandemica nelle scuole.

Ora, in qualità di studenti, vittime di questa situazione precaria, sentiamo la necessità di far sentire la nostra voce, in nome di un dialogo pacifico e aperto con le istituzioni, al momento assente. Vogliamo preservare il nostro ambiente, quello scolastico, che molto spesso si viene a trovare sulla bocca di figure politiche, ma che, da troppo, versa in condizioni deludenti. Vogliamo garantirci la presenza in modo definitivo, definendo la misura d’emergenza della DAD non più adottabile ed è per questo che sono e saranno necessari fondi ed investimenti”.

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