di Rori Albini
È morto ieri sera a 89 anni Pippo Baudo, uno dei più grandi protagonisti della storia della televisione italiana. Con lui se ne va un’icona dello spettacolo, simbolo di garbo, professionalità e talento senza tempo.
La notizia della sua scomparsa è stata confermata all’ANSA da fonti vicine alla famiglia e dal suo storico legale e amico fraterno, l’avvocato Giorgio Assumma. Baudo si è spento al Campus Biomedico di Roma, dove da questa mattina è stata allestita la camera ardente. Una piccola folla di romani, giornalisti e fan si è subito radunata per dargli l’ultimo saluto. I funerali si svolgeranno nella sua città natale, Militello in Val di Catania, dove tutto ebbe inizio.
Una carriera lunga oltre 60 anni
Pippo Baudo, nato il 7 giugno 1936, ha attraversato sei decenni di televisione con una carriera unica nel suo genere. Laureato in giurisprudenza, si trasferì a Roma inseguendo il sogno del piccolo schermo. Il debutto avvenne nel 1966, quasi per caso, con Settevoci. Da lì in poi fu un’ascesa inarrestabile.
È stato volto e anima di oltre 150 programmi tra cui Canzonissima, Fantastico, Domenica In, Serata d’onore, Novecento, e naturalmente il Festival di Sanremo, che ha condotto ben 13 volte – un record condiviso con Mike Bongiorno e Amadeus. Leggendaria la sua “cinquina” consecutiva tra il 1992 e il 1996.
Non solo presentatore, ma anche ideatore e direttore artistico, Baudo è stato un autentico talent scout: ha scoperto e lanciato nomi come Laura Pausini, Lorella Cuccarini, Eros Ramazzotti, Andrea Bocelli, Giorgia, Gigi D’Alessio, il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi, e tanti altri. Ironia della sorte, il suo più grande rimpianto fu non aver creduto in Fiorello, scartato a un provino – un errore che lui stesso non si perdonò mai.
L’ultima apparizione e il saluto delle istituzioni
La sua ultima uscita pubblica risale alla festa per i 90 anni di Pierfrancesco Pingitore: sorridente, seppur in sedia a rotelle, circondato da amici e colleghi. In quella occasione, aveva ancora parole pungenti per Amadeus, che salutava il suo ultimo Sanremo: “Non ci credo che sia davvero l’ultimo”, gli disse scherzando.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso profondo cordoglio, sottolineando la cultura, il garbo e la straordinaria capacità di Baudo di interpretare i gusti e le emozioni degli italiani. Non a caso, nel 2021, il Capo dello Stato gli conferì il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Un amore profondo per la musica e per il pubblico
Dietro al sorriso inconfondibile e alla voce calda, c’era un uomo profondamente innamorato della musica – anche classica. Baudo sognava di diventare direttore d’orchestra e nutriva una sincera ammirazione per Pippo Caruso, suo grande amico e collaboratore. “Dirigere tanti musicisti è un’emozione indescrivibile”, raccontava. Aveva anche scritto brani musicali per altri artisti, segno di una versatilità rara.
Tra i suoi più grandi rimpianti, oltre a Fiorello, anche quello di non aver mai lavorato con Raffaella Carrà. Alla sua morte, Baudo si commosse profondamente.
Un uomo controcorrente
Non solo spettacolo: nel 1991 Baudo fu vittima di un attentato dinamitardo nella sua villa di Santa Tecla, in Sicilia. Il gesto fu attribuito alla mafia, contro la quale si era schierato pubblicamente durante una commemorazione del giudice Rocco Chinnici. Per fortuna, la casa era vuota quella notte.
L’eredità di Superpippo
“Superpippo”, come veniva affettuosamente chiamato, lascia un’eredità immensa. Ha cambiato per sempre il modo di fare televisione, portando eleganza, passione, intelligenza e una straordinaria capacità di parlare a tutti, dai bambini agli anziani. Un conduttore colto, ironico e sempre padrone della scena, capace di dare forma e sostanza all’intrattenimento italiano.
Pippo Baudo non è stato solo il re dei presentatori. È stato – e resterà – un monumento della cultura popolare italiana.
Grazie, Pippo.

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