Affidamenti pilotati per lavori sull’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, ottenuti attraverso un sistema di tangenti versate in più tranche, persino nascoste nei vasi di fiori. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone con accuse che vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta, fino al falso.
Tra i coinvolti figura Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis, la società concessionaria della gestione del tratto autostradale. Secondo gli inquirenti, Antignani avrebbe ricevuto una tangente complessiva di 6.500 euro, suddivisa in tre versamenti.
Gli altri indagati sono quattro imprenditori dell’area napoletana: Antonio Giardino e Tommaso Mauriello, accusati di aver pagato la mazzetta, e Barbara Sposato e Giovanni Castiello, che avrebbero invece fornito a Giardino e Mauriello falsi attestati per la formazione del personale. Tra i documenti contraffatti, anche uno firmato da una persona deceduta.
Grave uno degli episodi emersi dall’inchiesta: un operaio, inserito in cantiere senza la necessaria formazione sulla sicurezza, ha subito un serio infortunio lo scorso aprile. Solo dopo l’incidente, Giardino avrebbe presentato documenti attestanti un corso mai effettivamente seguito dal lavoratore.
Negli scorsi giorni, il sostituto procuratore Giacomo Urbano, titolare dell’indagine, con il coordinamento del procuratore Pierpaolo Bruni, ha disposto una serie di perquisizioni. I carabinieri hanno passato al setaccio abitazioni e sedi aziendali, sequestrando cellulari, computer e documentazione utile a ricostruire il giro di mazzette e le irregolarità negli appalti.
Di Giada Russo