Operazione “Caro Estinto”, sgominata dai carabinieri una rete di truffa e corruzione nell’Asl di Napoli centro

di Ro. Ru.

Oggi, i carabinieri del Nas hanno arrestato 69 persone, tra cui 18 in carcere e 51 agli arresti domiciliari, in un’operazione che ha smantellato una rete di truffa e corruzione nell’Asl Napoli 1 Centro. I medici dell’Asl, insieme a intermediari, dipendenti pubblici e agenzie funebri, sono accusati di falsificare certificati medici, convalidare morti naturali senza esami, e rilasciare certificati per cremazioni in cambio di denaro.

 La truffa del certificato di morte e del Test del Dna

In cambio di poche centinaia di euro, alcuni medici firmavano certificati di morte naturale senza alcuna indagine o esame, come il test del Dna per la cremazione, che veniva eseguito anche senza necessità. A capo di questa attività c’erano alcuni medici, ma anche necrofori e dipendenti delle agenzie funebri, che spesso intascavano mazzette per facilitare l’intero processo.

 Le indagini partono da un caso di assenteismo

L’inchiesta è partita da un caso di assenteismo di una dottoressa dell’Asl, che gestiva anche un centro estetico. Le indagini sui suoi comportamenti hanno portato alla luce un’associazione a delinquere, composta da medici, agenzie funebri, patronati e persino dipendenti comunali che rilasciavano certificati falsi.Gli oltre 300 casi emersi nei due anni di indagini sono concentrati nel distretto di via Chiatamone, a Napoli, dell’Asl Napoli 1 Centro. 

 Interventi illeciti e modifiche di indirizzo

Per incrementare il numero di funerali, alcuni membri della rete truccavano gli indirizzi dei defunti per farli rientrare nel distretto sanitario, così da usufruire dei servizi sanitari in modo illecito. Il quartiere Chiaia, già noto per un precedente scandalo sui falsi invalidi, è stato il centro di questa truffa.

Ruolo dei dipendenti comunali e il “Caro Estinto”

I dipendenti comunali sono stati fondamentali nel permettere il funzionamento della rete, rilasciando certificati falsi per il trasporto e la cremazione dei corpi. In cambio di mazzette, evitavano di verificare la veridicità delle firme dei familiari dei defunti e facilitavano la creazione di documenti fraudolenti.

Assenteismo e certificati falsi

Oltre al business dei funerali, l’indagine ha rivelato numerosi episodi di assenteismo da parte dei medici dell’Asl. Alcuni di loro, in cambio di denaro, rilasciavano anche contrassegni per disabili a falsi handicappati, creando un altro tipo di truffa ai danni dello Stato.

Complicità e corruzione tra i funzionari

I dipendenti comunali coinvolti nella rete non solo facilitavano il rilascio dei certificati falsi, ma alcuni hanno persino cercato di ostacolare le indagini avvertendo gli imprenditori delle agenzie funebri del controllo in corso, compromettendo così le prove. A coordinare le indagini, il pool Pubblica amministrazione della Procura di Napoli, con il procuratore aggiunto Sergio Amato.

Il Capo della Procura di Napoli Nicola Gratteri: scoperti 300 episodi di truffa, falso, corruzione e assenteismo

“Sono 67 presunti innocenti arrestati, tra carcere e domiciliari” ha precisato il procuratore Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa. I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata ad oltre 300 episodi di truffa, falso, corruzione e assenteismo. “È un’indagine diversa, che riguarda medici, infermieri, società che gestiscono i servizi di pompe funebri – ha spiegato Gratteri – sulla gestione di tutto ciò che riguarda le morti, le attestazioni del Dna per avere la certezza che corpo appartiene ad esatta identificazione del cadavere. Gli esami non venivano fatti da medici, bensì direttamente dai titolari delle pompe funebri, attraverso kit custoditi nelle agenzie e già firmati dai medici”.

Questa operazione mette in luce un sistema complesso di corruzione e frode che coinvolgeva figure istituzionali e private. La rete smantellata ha sfruttato il dolore dei familiari dei defunti per arricchirsi, aggirando la legge e danneggiando il Servizio Sanitario Nazionale. L’indagine continua, con l’obiettivo di recuperare ulteriori prove e punire i responsabili di questa vasta operazione di truffa.

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