di Giselda Russo
“Vorrei augurare a tutti un Natale al contrario, un Natale ‘senza’”, scrive don Mimmo, come affettuosamente è chiamato dai fedeli. Non un Natale di abbondanza, ma un tempo di sottrazione, in cui abbandonare l’immagine, l’apparenza e le sovrastrutture. Non si tratta di un richiamo alla sobrietà per motivi economici, bensì di un ritorno alla verità più profonda dell’uomo, alla sua vulnerabilità e semplicità.
Il Cardinale invita a fare del “meno” un’opportunità: “Meno immagine, meno abbondanza, meno addobbi… Un Natale in cui togliere piuttosto che aggiungere. Perché un Natale sotto il segno del meno è forse più vero”.
La nudità della nostra umanità
La lettera si snoda come una riflessione poetica e spirituale sull’essenza della vita. Don Mimmo ci invita a riscoprirci neonati, privi di titoli, ruoli o maschere. “Né poveri, né ricchi. Nudi!”, sottolinea, in un richiamo potente all’uguaglianza e alla vulnerabilità che ci accomuna tutti come esseri umani.
Questa nudità, però, non è sinonimo di debolezza. Al contrario, è un invito a ritrovare forza nella relazione, nell’essere accolti e amati: “Un neonato in una mangiatoia non ha forza, ma la trova nelle braccia di un padre che lo solleva, di una madre che lo stringe al cuore.”
Un Natale di perdono e speranza
Nel cuore del messaggio, il Cardinale propone un Natale diverso anche nei gesti concreti: non un Natale di doni materiali, ma di perdono. “Anziché il dono, possiamo scambiarci il perdono,” scrive. Perdono per se stessi, per gli errori commessi, per le fratture della vita.
A chi vive nella sofferenza, nella povertà o nella perdita, don Mimmo offre parole di speranza: “Un Natale ‘senza’ è il Natale che parte dal nulla con un dono solo, ma più grande di tutti: la speranza. Una speranza concreta, che è nel miracolo del vostro arrivare a sera.”
Un Dio che sceglie il “senza”
La riflessione si conclude con un’immagine di Dio che abbraccia la nostra fragilità. “Dio non cerca il giusto che temi di non poter mai essere. Lui guarda quella fragilità che ti appartiene… Vuole farsi lievito nella tua creta, fuoco che scalda ciò che si è raffreddato.”
Un messaggio per Napoli e per il mondo
Il Cardinale Battaglia, da sempre vicino agli ultimi e ai più fragili, lancia il suo appello da una città che conosce bene le contraddizioni della povertà e della ricchezza, della solitudine e della solidarietà. Le sue parole risuonano come un invito universale a riscoprire ciò che conta davvero: l’amore, la relazione, la speranza che rinasce anche nel buio.
Con il suo augurio di un Natale “senza”, don Mimmo ci ricorda che, spogliandoci di ciò che è superfluo, possiamo riscoprire la bellezza della vita, fatta di gesti semplici e legami autentici. E forse, proprio in questo togliere, possiamo trovare la vera abbondanza. Buon Natale “senza”.
La lettera di Don Mimmo integrale sul link che segue
la lettera integrale su questo link
Il video della lettera