di Giselda Russo
La parola d’ordine resta la prevenzione. Il segreto della longevità è spiegato, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera d Silvio Garattini, 95 anni compiuti il 12 novembre scorso, un nome di riferimento nella ricerca farmacologica italiana. Fondatore e presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, continua a essere una voce autorevole nella lotta per una sanità migliore, accessibile e basata sulla prevenzione.
Nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino, a Milano, è stato premiato con il riconoscimento “Una grande vita” per il suo contributo come oncologo, farmacologo e ricercatore.
Una vita dedicata alla salute
Garattini ha dedicato la sua carriera a migliorare la qualità della salute pubblica, spingendo l’Italia a guardare oltre la semplice cura delle malattie e a concentrarsi sulla prevenzione. “Non tutte le malattie piovono dal cielo,” afferma. “Molte dipendono dai nostri stili di vita. In Italia, ad esempio, ci sono 3,7 milioni di persone con il diabete, una patologia evitabile attraverso abitudini sane” spiega Garattini nell’intervista al Corriere della Sera.
Secondo Garattini, l’Italia detiene un triste primato: pur essendo il Paese europeo con il maggior numero di anziani, la durata della vita in buona salute è decisamente inferiore. “Nella quarta età emergono spesso malattie croniche, anche due o tre per individuo,” osserva. E la soluzione non sta solo nei farmaci: “Dobbiamo rimettere la prevenzione al centro della medicina.”
Una riforma culturale e strutturale
Per Garattini, il cambiamento deve partire dalla formazione. “In Italia manca una Scuola superiore della sanità: i dirigenti del settore sono spesso selezionati per motivi politici, non per competenza. E nelle scuole non si parla abbastanza di salute: basterebbe un’ora alla settimana per educare gli studenti a stili di vita sani.”
Anche le università, sottolinea, devono fare la loro parte. “Nelle facoltà di Medicina la prevenzione è trascurata. I medici devono imparare a prescrivere non solo farmaci, ma anche buone abitudini: camminare tre chilometri al giorno, seguire una dieta equilibrata, perdere peso. E dovrebbero essere giudicati sui risultati dei pazienti: quanti hanno smesso di fumare? Quanti non sono più obesi?”
Il ruolo dell’informazione indipendente
Un altro problema cruciale, secondo Garattini, è l’influenza del mercato sull’informazione sanitaria. “Molte campagne informative non sono indipendenti: manca un controllo serio sulla pubblicità di farmaci e cure. L’Ordine dei medici dovrebbe battersi per un’informazione trasparente, che metta al centro il cittadino.”
Ambiente, alimentazione e responsabilità personale
Il pioniere della ricerca farmacologica sottolinea come salute e ambiente siano strettamente legati. “In Italia ci sono ancora 12 milioni di fumatori. Le sigarette non solo causano tumori, ma inquinano aria, acqua e cibo, aggravando i problemi ambientali.” Lo stesso vale per l’alimentazione: “Consumiamo troppa carne e sosteniamo gli allevamenti intensivi, che hanno un impatto devastante sulle foreste e sul clima.”
Cambiare stile di vita, quindi, è fondamentale. “Non possiamo lamentarci di qualcosa se ne siamo corresponsabili. Adottare abitudini sane è una forma di egoismo positivo: previene malattie, migliora la qualità della vita e riduce i costi per le famiglie e il Servizio Sanitario Nazionale.”
I segreti di una lunga vita
Garattini è la prova vivente che uno stile di vita sano può fare la differenza. “Non prendo medicine, a meno che non siano strettamente necessarie,” afferma. La sua ricetta? Seguire la dieta mediterranea – privilegiando frutta, verdura, pesce e carboidrati complessi – consumare poca carne, fare attività fisica regolare, dormire almeno sette ore e coltivare relazioni sociali.
“Al Mario Negri abbiamo studiato 2.000 ottantenni per 15 anni: chi aveva pochi rapporti sociali rischiava più problemi cognitivi. Le relazioni vanno mantenute anche dopo la pensione.” Lui stesso ne è un esempio: “Lavoro ogni giorno. Mercoledì ero a parlare a 400 studenti, oggi sono a Roma per il Comitato di Bioetica. Bisogna vivere sapendo che il domani non è garantito, ma facendo del nostro meglio finché ci siamo.”
Milano, una città per gli anziani
Infine, Garattini loda la sua città adottiva, Milano, come luogo ideale per invecchiare attivamente. “C’è tutto ciò che serve: cinema, teatri, conferenze. È una città che offre infinite opportunità, anche per organizzare iniziative e restare coinvolti.”
A 95 anni, Silvio Garattini non smette di ispirare, ricordando che la chiave per una vita lunga e sana sta nelle scelte quotidiane e nella determinazione a lasciare un mondo migliore.