di Giselda Russo
Dal 14 dicembre 2024, il Codice della Strada si rinnova con importanti modifiche che inaspriscono le sanzioni per alcune violazioni ricorrenti. Le novità, introdotte con la modifica dell’articolo 142 e l’introduzione di nuove disposizioni, puntano a rafforzare la sicurezza stradale e a promuovere una maggiore consapevolezza tra gli automobilisti.
Velocità e centri abitati: più severità per i trasgressori
Tra le principali modifiche c’è l’inasprimento delle sanzioni per chi supera i limiti di velocità di oltre 10 km/h ma non oltre 40 km/h. Finora, la norma prevedeva una multa compresa tra 173 e 694 euro e la decurtazione di 3 punti dalla patente. Ora, se la violazione avviene all’interno di un centro abitato e si verifica almeno due volte in un anno, gli importi salgono: la sanzione pecuniaria va da un minimo di 220 euro a un massimo di 880 euro. Inoltre, è prevista la sospensione della patente per un periodo che varia da 15 a 30 giorni.
Il nuovo comma 6-ter: multe cumulative e benefici richiesti
Un’altra novità è l’introduzione dell’inedito comma 6-ter. Questa disposizione si applica nel caso di più violazioni dei limiti di velocità commesse con lo stesso veicolo, in un tratto gestito dal medesimo ente, entro un’ora. In tali circostanze, la sanzione prevista è quella relativa alla violazione più grave, ma aumentata di un terzo, se ciò risulta più favorevole per il trasgressore. Tuttavia, il beneficio non è automatico e dovrà essere esplicitamente richiesto dall’interessato.
Uso del cellulare al volante: tolleranza zero
Cambiano in modo significativo anche le sanzioni per l’utilizzo improprio del cellulare e dispositivi simili alla guida. La nuova normativa prevede una sanzione pecuniaria che varia da 250 a 1.000 euro, con la decurtazione di 5 punti dalla patente. Per chi possiede meno di 20 punti, scatta inoltre la sospensione della patente per un periodo compreso tra 15 giorni e 2 mesi.
In caso di recidiva entro due anni, le conseguenze sono ancora più dure: la multa aumenta a una somma compresa tra 350 e 1.400 euro, con sospensione della patente da 1 a 3 mesi e una decurtazione di ben 10 punti.
Guida senza lenti: più punti sottratti
Anche chi guida senza lenti correttive, qualora queste siano indicate come obbligatorie sulla patente, si troverà a fare i conti con un incremento delle sanzioni. I punti sottratti aumentano da 5 a 8, sottolineando l’importanza di rispettare le prescrizioni mediche per una guida sicura.
Tutela dei posteggi per persone invalide
Infine, viene introdotta una maggiore tutela per i posteggi riservati alle persone con disabilità. Da oggi, chi viola il divieto rischia una sanzione pecuniaria molto più salata: per ciclomotori e motoveicoli a due ruote, le multe vanno da 165 a 660 euro (prima erano tra 80 e 328 euro); per gli altri veicoli, gli importi salgono da 330 a 990 euro, rispetto ai precedenti 165-660 euro.
Obiettivo sicurezza e rispetto
Le modifiche, operative dal 14 dicembre, rappresentano per il Legislatore un ulteriore passo verso un maggior rigore nel rispetto delle norme stradali, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza di tutti gli utenti della strada. La tolleranza zero verso comportamenti pericolosi, come l’uso del cellulare alla guida e l’eccesso di velocità, evidenzia la volontà del legislatore di ridurre il numero di incidenti e di promuovere una cultura di responsabilità al volante.
Le reazioni
Il nuovo Codice della Strada ha suscitato reazioni contrastanti tra associazioni delle vittime della strada, politici e ambientalisti. Le associazioni delle vittime, come l’AIFVS, lo hanno definito “inadeguato e pericoloso”, denunciando l’assenza di misure incisive per la sicurezza di pedoni e ciclisti. Durante manifestazioni pubbliche, hanno criticato il governo per non aver ascoltato le loro richieste, tra cui maggiori controlli su velocità e guida in stato di ebbrezza.
Nel mondo politico, la maggioranza ha difeso la riforma come un passo verso la modernizzazione, mentre l’opposizione l’ha definita “un’occasione mancata”, puntando il dito contro la mancanza di risorse per migliorare infrastrutture pericolose. Politici critici sostengono che le norme siano insufficienti per affrontare le principali cause di incidenti stradali.
Anche le associazioni ambientaliste, come Legambiente e FIAB, hanno espresso disappunto, affermando che il nuovo Codice ostacola la mobilità sostenibile, limitando l’autonomia dei comuni nella gestione di piste ciclabili e aree a traffico limitato. La riforma, secondo loro, rischia di rappresentare un passo indietro nella promozione di città più sicure e vivibili.