L’Iran avrebbe iniziato l’evacuazione dei propri militari e dei propri diplomatici dalla Siria, a seguito dell’avanzata dei ribelli e del collasso delle truppe del governo di Bashar al-Assad in diverse regioni del Paese. A riportare la notizia il New York Times. Le autorità iraniane avrebbero preso questa decisione a causa dell’impossibilità di continuare a difendere il regime siriano.
I ribelli, al momento, hanno infatti conquistato Aleppo, Hama e Deir al-Zor e affermano di aver preso il controllo anche delle città di Deraa e Suweida. L’esercito siriano, secondo funzionari occidentali, si troverebbe in grave difficoltà, incapace di arrestare l’avanzata ribelle e, soprattutto, privo del supporto fondamentale della Russia e di Hezbollah, principali alleati del regime di Assad, con la prima impegnata dal 2022 nella guerra in Ucraina e la seconda gravemente indebolita da Israele e incapace di inviare un numero significativo di uomini per il rischio che possano essere presi di mira da bombardamenti israeliani. Secondo il Wall Street Journal, funzionari governativi in Egitto e in Giordania avrebbero consigliato ad Assad di lasciare la Siria e formare un governo in esilio.
Homs, città della Siria occidentale, potrebbe essere la prossima ad essere conquistata dai ribelli. Diversi membri della comunità alawita (setta minoritaria sciita a cui appartiene il presidente Assad) avrebbero iniziato infatti a fuggire dalla città, dopo che Mohammed al-Jawlani, leader di HTS, gruppo salafita parte dei ribelli anti-Assad, ha affermato, rivolgendosi agli abitanti di Homs, “la vostra ora è arrivata”. Recentemente, le forze siriane avrebbero perso anche il controllo della zona di Quneitra, al confine con Israele.
Secondo diversi analisti, l’offensiva ribelle contro il regime sarebbe stata resa possibile solo grazie al supporto della Turchia per diverse milizie anti-Assad.