Sciopero dei tassisti contro il DDL Concorrenza anche a Napoli. Ecco cosa prevede il DDL e perché i tassisti sono contrari

di Francesco Caputi

 

Circa 500 tassisti hanno occupato Piazza del Plebiscito questa mattina a Napoli per protestare contro il DDL “Concorrenza”, che, con il suo articolo 10, permetterebbe la liberalizzazione del mercato nei servizi pubblici, a favore delle multinazionali. Non si tratta della prima protesta dei tassisti contro il DDL “Concorrenza”. Già il 5 e il 6 luglio i tassisti avevano scioperato in tutta Italia.

Cosa prevede precisamente il DDL Concorrenza

Nel DDL, a preoccupare i tassisti è soprattutto l’art. 10, che parla di “adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web” e di “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze”. Insomma, si tratta dell’introduzione di nuove forme di trasporto che utilizzano applicazioni per mettere in contatto diretto passeggeri e conducenti.

I tassisti temono che questo passaggio del DDL possa lasciare troppo spazio a servizi come Uber e Lyft, che sono sistemi attraverso cui passeggeri e autisti possono mettersi in comunicazione diretta prima della corsa con un’app. I sistemi come Uber funzionano in questa maniera: sull’app si invia una richiesta di viaggio, che verrà automaticamente inviata al conducente più vicino. Al passeggero verranno poi mostrati il nome dell’autista, il tipo di veicolo e il numero di targa e il prezzo del tragitto. Una volta concluso il viaggio, si potrà pagare in contanti oppure, se sono state inserite le coordinate della carta, in maniera automatica. In un sistema come Uber, poiché ci si può mettere in contatto in maniera diretta con il conducente, sarà anche possibile ricontattare quest’ultimo nel caso in cui ci si sia dimenticati qualcosa a bordo del veicolo. Inoltre, i passeggeri potranno anche valutare il conducente e l’esperienza complessiva.

A differenza dei taxi, si tratta di trasporto automobilistico privato. I tassisti non ci stanno, e non intendono competere con colossi come Uber: “Qualcuno dirà che siamo il ‘vecchio’ contro la ‘modernità’, che siamo dei privilegiati che ostacolano il mercato, e tutta un’altra serie di falsità, mentendo, sapendo di mentire. La realtà è che la nostra battaglia è la lotta di 40mila lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell’utenza e del servizio pubblico contro meccanismi come algoritmi e libero mercato, che li andrebbero a strangolare nel momento del bisogno”, si legge su una locandina diffusa dai sindacati dei tassisti.

L’NCC a favore del DDL Concorrenza: “I taxi protestano, ma i cittadini ci rimettono”

Favorevoli al DDL sono invece i servizi NCC (noleggio con conducente), che considerano il disegno di legge in questione l’occasione per “rivisitare la legge numero 21 del 15 gennaio 1992, ormai anacronistica: basta pensare che allora non esistevano nemmeno gli smartphone. I taxi protestano ma chi ci rimette sono turisti e cittadini”, spiegano le associazioni nazionali di NCC.

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