Seconda giornata della convention di Forza Italia a Napoli. L’intervento di Berlusconi

di Francesco Caputi

Si apre con “ ‘O surdato ‘nnamurato”, cantata di Pietra Montecorvino, la seconda giornata della convention di Forza Italia a Napoli.

Fra i presenti, il coordinatore unico nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, la presidente della Commissione esteri del Senato Stefania Craxi, la presidente del Senato Casellati, la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini, il ministro per il Sud Mara Carfagna, il responsabile della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, e l’attore e imprenditore vitivinicolo in Puglia Ronn Moss.

“Vogliamo ricordare stamane, a 30 anni di distanza, dalla strage di Capaci, i magistrati caduti nella lotta contro la mafia – ha detto Tajani – e tutti gli agenti delle Forze dell’Ordine caduti anch’essi per garantire la nostra sicurezza. E un pensiero va anche alle famiglie dei caduti”.

Intervenuta sul palco anche la presidente della Commissione esteri del Senato Stefania Craxi. “Ogni tanto la storia si prende qualche rivincita – ha esordito – sento forte in cuore la responsabilità di questo incarico. Devo ringraziare molte persone. Devo ringraziare il grande popolo di Forza Italia, di cui ho sentito il sostegno, l’amicizia fraterna e il calore. Devo ringraziare poi tutti i colleghi di Forza Italia che mi hanno sostenuto e che hanno gioito con me. Devo ringraziare anche i colleghi dell’intero centro-destra, che sono stati tutti leali a condurre una battaglia. Ringrazio Antonio Tajani del suo invito oggi, voleva che tutto il partito mi ringraziasse e che mi festeggiasse, ma questa grande vittoria politica di Forza Italia ha un nome e un cognome: si chiama Anna Maria Bernini, il capogruppo al Senato. Insieme a lei abbiamo combattuto una battaglia politica, potevamo perderla, Forza Italia l’ha vinta”.

“Due cose – ha proseguito Stefania Craxi – il presidente Berlusconi ieri ha detto parole di grande realismo e di grande concretezza. Ha dato voce a quell’anelito di pace che è nel cuore di tutti noi. L’ha fatto ribadendo la linea politica di Forza Italia, che è l’atlantismo della ragione, senza se, senza ma, ma anche senza subalternità, un sostegno fattivo al popolo ucraino che combatte in armi. E’ grazie alla durezza che abbiamo espresso in Parlamento, che ha espresso il Parlamento italiano e che ha espresso tutto l’Occidente se, dopo tre mesi che parliamo di guerra, si può parlare di pace”.

“C’è una grande novità, è quella del piano che l’Italia ha presentato. L’elemento più innovativo è quello di proporre una commissione di facilitatori, dei grandi Paesi che si sono mossi per la pace, delle grandi organizzazioni internazionali per dare un’organicità alla proposta di pace. Naturalmente la pace sarà quella che vorrà il popolo ucraino, nel segno dell’autodeterminazione dei popoli, ma non si può pensare di stabilire una pace duratura nella sicurezza europea e internazionale senza portare al tavolo della trattativa la Russia di Putin”.

Ron Moss, intervenuto sul palco, ha detto di essere “estremamente contento di esser stato invitato dal presidente Berlusconi e da Tajani”. “Se fossi residente in Italia – ha aggiunto – non avrei dubbi, voterei per Berlusconi”.

L’intervento di Berlusconi

Nella seconda giornata della convention di Forza Italia l’intervento tanto atteso, quello di Silvio Berlusconi. “Inneggiavate a Silvio – ha esordito Berlusconi, rivolgendosi alla platea che lo aveva accolto calorosamente poco prima – spero non a Silvio Pellico”, ha detto, scherzando.

Poi, il racconto di alcuni aneddoti e del suo anti-comunismo. “1948: elezioni, con i sondaggi che dicevano che c’erano poche possibilità per la Democrazia cristiana di prevalere sui comunisti. E io avevo già le idee chiare sul comunismo, che da sempre considero la filosofia più disumana e perversa della storia dell’umanità, e già sapevo tutto sul comunismo, perché un prete russo che era riuscito a scavalcare la cosiddetta cortina di ferro ed era scappato in Italia e che insegnava religione alla Salesiani ci raccontò tutto su quello che succedeva in Russia. E io mi ricordo delle frasi, come ‘in Russia un oppositore ha tre scelte: può vivere in esilio, vivere in galera o vivere al cimitero’ ”.

“E poi – ha proseguito Berlusconi – sottolineava la grande differenza tra i regimi liberali e i regimi comunisti. Lui diceva: ‘Nei regimi liberali, la persona è sacra e i diritti della persona sono concessi dalla sua natura o addirittura, per i cristiani, da Dio. Lo Stato deve garantire e tutelare questi diritti. Nel comunismo è lo Stato che concede al cittadino tutti i diritti, e quindi chi è al potere, ove ritenesse di averne convenienza, può limitarli e può anche calpestarli. Una differenza enorme, che ho sempre tenuto presente e che mi ha condotto in tutte le fasi della mia vita”.

“E allora, nel 1948, in occasione di queste elezioni, eccomi già in campo per difendere la libertà. Attaccavo un manifesto in particolare, perché mi piaceva molto ed era molto efficace. Diceva: ‘Nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no’. E allora io tutti i pomeriggi andavo ad attaccare manifesti in giro per Milano, e li attaccavo sui manifesti del Partito Comunista, perché loro attaccavano i loro manifesti sui nostri”.

“Un pomeriggio sono su una scala, sto attaccando un manifesto, sento la scala scuotersi, mi giro, vedo i miei compagni che fuggivano da una parte, guardo giù e vedo che ci sono cinque signori che mi aspettano e mi dicono: ‘Vieni giù, bellezza’. Scendo, e mi prendono a pugni, a calci, in faccia, addosso. A un certo punto, riesco a svincolarmi, corro via, cercano di inseguirmi, io sono sempre stato un velocista, e quindi non sono riusciti a prendermi. Arrivo a casa, suono, viene mia madre, mi trova tutto insanguinato e crede che io le abbia disobbedito andando a scuola in bicicletta e che sia caduto. Mi allunga uno schiaffo, di cui mi chiederà scusa non so quante volte nella sua vita”.

Le origini del partito

Poi, il racconto delle origini di Forza Italia: “Ma ce n’è un altro che mi è venuto in mente, scrivendo un passaggio del discorso, e che è un episodio che riguarda il 1994. Io seguivo sempre la politica, da imprenditore di case e centri residenziali a tre strade, ed ero però sempre amico dei protagonisti della DC e del Partito Liberale, ma questi leader erano stati fatti fuori dalla magistratura politicizzata di sinistra con le famose Mani Pulite. E allora vado a vedere chi sono i nuovi leader che hanno sostituito i leader che non ci sono più, e incontro varie persone… no, non c’eravamo. Sono molto preoccupato, ci penso e ci ripenso, parlo con dei sondaggisti amici, e alla fine viene fuori che l’unico modo per evitare la sconfitta della Democrazia cristiana e la vittoria del Partito Comunista è quella di fondare un nuovo partito, e Silvio Berlusconi doveva essere il leader di questo nuovo partito, perché io avevo il Milan, ero molto popolare per le vittorie del grande Milan e poi avevo fondato la televisione commerciale. Come chiamare il partito? Passiamo in rassegna diversi nomi e viene fuori il nome di Forza Italia”.

“Ma prima di presentarlo, di depositare il nome e di fare la conferenza di presentazione del nuovo partito, io ritenni giusto che fosse giusto convocare ad Arcore la mia mamma, i miei figli, i miei dirigenti più bravi, i miei amici più vicini. Li invitai a cena, una sera, e annunciai: ‘Domani voglio presentare un nuovo partito di cui sarò leader, e si chiamerà Forza Italia. Apriti cielo. Mi dissero: ‘Non è possibile che tu lo faccia. Te ne faranno di tutti i colori. Distruggeranno le aziende, ti metteranno in galera’. E andarono avanti così fino alle 2 di notte. Alle 2 ci alzammo, ci separammo, io andai in camera mia ancora molto turbato, mi buttai sul letto, guardai il soffitto alla ricerca di qualcosa che mi consolasse. Mia mamma la feci accompagnare a Milano, a casa, dal mio autista. Lei a un certo momento passò davanti a una casa a Milano, dove noi avevamo abitato con la famiglia al completo: mamma, papà e tre figli. Mia mamma chiamava quella casa ‘la casa della felicità’. Disse all’autista: ‘Fermati, per favore” e poi disse: ‘Riaccompagnami ad Arcore’. Venne ad Arcore, salì le scale, entrò nella mia camera da letto, si aggrappò a una colonna del mio letto e mi disse: ‘Senti, io sono d’accordo con tutti gli altri. E’ una cosa molto pericolosa che tu faccia questo partito, e quindi il meglio sarebbe che tu non lo facessi. Ma sono passata davanti alla nostra casa della felicità, e ho pensato che se tu, sentendo così forte il dovere di farlo, non trovassi il coraggio di farlo, non saresti quel figlio che io e tuo padre abbiamo creduto di educare”.

“Vedete, sono due episodi – ha proseguito il leader di Forza Italia – che fanno bene anche a voi, perché fanno parte della nostra lunga storia per la libertà”.

Berlusconi su Napoli

Di Napoli il leader di Forza Italia ha detto: “Una città con molti problemi, mi sono impegnato a risolvere il problema dei rifiuti che sommergeva la città, dando una immagine deleteria anche all’estero. Un grave danno anche al turismo. Ma la Campania e Napoli con me hanno ritrovato il perduto decoro. Indicai anche i tre siti pet i termovalorizzatori, ma non si è fatto nulla, se non l’unico di Acerra. E niente è stato fatto per il lavoro, una fuga di giovani formato che è una piaga, che interroga tutti noi e le nostre coscienze”.

Il PNRR e il Sud

Berlusconi ha poi parlato del PNRR. “Il governo ha il dovere di vincolare al Sud il 40 per cento delle risorse disponibili e se questo accade è grazie al lavoro del ministro Mara Carfagna. Napoli è una vera capitale ed è il posto giusto dove parlare del nostro paese. E qui dovete farmi un applauso, non a me ma a voi. Il paese riparte se ripartiamo tutti assieme, nord e sud assieme”.

Sempre sul Sud, Berlusconi ha detto: “Abbiamo fatto cose essenziali contro la mafia, confiscando 25 miliardi di euro. Il nostro Sud non può essere deturpato dalla illegalità che scoraggia gli investimenti e le imprese”. “Abbiamo avviato l’alta velocità ferroviaria – ha aggiunto – e potrei continuare a lungo sull’elenco di realizzazioni. Chiediamo agli italiani non di votarci per quanto fatto, ma per quanto faremo”.

Flat tax al 23 per cento

“Forza Italia è il centrodestra, altrimenti ci sarebbe solo la destra”, ha detto Berlusconi, ribadendo quindi il ruolo di partito centrista e liberale di Forza Italia.

“Il 23 giugno – ha proseguito – ci sono le elezioni amministrative e voteremo compatti in 21 su 26 capoluoghi. E le politiche del prossimo anno dovremo assolutamente vincerle, liberando gli italiani dalla oppressione fiscale e giudiziaria”. “Una flat tax al 23 per cento e una no tax area per i ceti meno abbienti. E offrire lavoro ai nostri giovani con uno shock fiscale. Fiscalità di vantaggio a chi assume e consentire ai giovani di fare figli e credere nel futuro”, ha concluso.

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