Giovanni Melillo è il nuovo Procuratore Nazionale Antimafia

Giovanni Melillo é il nuovo Procuratore Nazionale antimafia e antiterrorismo. Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura per arrivare alla nomina ha ha avuto bisogno di ricorrere al ballottaggio, come si ipotizzava alla vigilia.

L’attuale Procuratore di Napoli ha raggiunto dalla prima votazione i 13 voti necessari. Sette invece i voti andati al capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri e cinque quelli a favore di Giovanni Russo, aggiunto e sino ad oggi reggente della Dna. A votare per Melillo sono stati i togati di Unicost e di Area, il Presidente e il Procuratore generale della Cassazione, Pietro Curzio e Giovanni Salvi, ed i laici Benedetti, Donati e Cerabona. Per Gratteri hanno votato i Consiglieri Marra, Pepe, Ardita, Di Matteo Gigliotti e Giovanna Basile. Mentre per russo i 5 consiglieri togati di Mi (Loredana Micciché, Maria Tiziana Balduini, Paola Braggion ed Antonio D’Amato) e il laico Alessio Lanzi.

La carriera

In magistratura dal 1985, Giovanni Melillo ha iniziato la sua carriera come pretore presso la pretura di Barra e, in seguito, nel 1989, presso la pretura di Napoli. Dal 1991 al ’99 ha lavorato come pm a Napoli, mentre tra il ’99 e il 2001 é stato fuori ruolo presso la presidenza della Repubblica.

Nel marzo 2001 é passato poi alla Dna come pm, mentre dal 2009 al 2014 ha svolto funzioni di procuratore aggiunto a Napoli. Dal 2014 al 2017 é stato fuori ruolo al Ministero della Giustizia quale di capo di Gabinetto dell’allora Guardasigilli Andrea Orlando. Rientrato in magistratura, Melillo é stato per un periodo sostituto alla procura generale di Roma e nell’agosto 2017 è stato nominato dal Csm Procuratore capo della Repubblica di Napoli, incarico di vertice che ha ricoperto fino ad oggi.

Numerosi i commenti e le prese di posizione. Quello di Melillo é “un alto profilo e una grande competenza al servizio della lotta a tutte le mafie e al terrorismo”, ha scritto su Twitter la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando. Polemica invece la valutazione del Consigliere togato indipendente Sebastiano Ardita, nel corso del dibattito del plenum. Dibattito nel quale Ardita ha annunciato il suo voto favorevole alla nomina di Nicola Gratteri.

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