Italia e Francia firmano il Trattato del Quirinale. Draghi: “Cercare la sovranità europea”

di Francesco Caputi

 

Ieri, venerdì 6 novembre, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron hanno firmato al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, il “Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata”, detto anche “trattato del Quirinale”. Questo Trattato sancisce l’amicizia profonda che ci unisce, ha detto Macron in conferenza stampa. Con il Trattato del Quirinale “creeremo una visione geopolitica comune: condividiamo la visione europea e internazionale”, contribuiremo a costruire una “difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell’Europa”, ha aggiunto Macron.

“Cercare la sovranità europea – ha detto il premier Draghi – significa voler disegnare il proprio futuro come lo vogliamo noi europei. Non ce lo vogliamo far disegnare da altri. Per essere sovrani occorre che l’Europa sappia proteggersi, sappia difendere i propri confini. Bisogna creare una vera difesa europea. Ora questo Trattato aiuta la costruzione di questa difesa europea che naturalmente è complementare alla Nato, non è sostitutiva. Un’Europa più forte fa la Nato più forte. Questo è uno dei primi e però fondamentali passi si cui è diretto questo Trattato”.

Cosa prevede il Trattato

Il Trattato, composto da undici capitoli, prevede il coordinamento fra Italia e Francia in materie quali Esteri, Difesa, Europa, Migrazioni, Giustizia, Sviluppo economico, Sostenibilità e transizione ecologica, Spazio, Istruzione formazione e cultura, Gioventù, Cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione.

“Rafforziamo la cooperazione tra i nostri due Stati, creiamo strumenti istituzionali per renderla più strutturale, valorizziamo al meglio le attività dei nostri cittadini e delle nostre imprese. Interveniamo nei settori cruciali per i nostri Paesi: dalla sicurezza alla giustizia, dalla ricerca all’industria. Avviamo una serie di iniziative concrete, tra le quali voglio citarne solo alcune”, ha detto Draghi. “Istituiamo un servizio civile italo-francese e creiamo un’unità operativa condivisa a sostegno delle forze dell’ordine. Per promuovere le relazioni tra regioni di confine, prevediamo un comitato di cooperazione transfrontaliera. In ambito migratorio, riconosciamo la necessità di una politica di gestione dei flussi e d’asilo condivisa a livello europeo, basata sui principi di responsabilità e solidarietà. Ci impegniamo a tutelare i nostri sistemi agricoli e riconoscere le loro unicità. Diamo il via a nuove forme di cooperazione in ambito energetico e tecnologico, nella ricerca e nell’innovazione”.

Il Trattato contiene anche un paragrafo dedicato alla collaborazione parlamentare. Più specificamente, si tratta di riunioni congiunte dei Consigli dei ministri. “Stabiliamo un meccanismo per cui, almeno una volta ogni trimestre, un ministro italiano parteciperà a un Consiglio dei ministri del governo francese, e viceversa”, ha spiegato Draghi.

Le reazioni

Nessuna reazione negativa verso il Trattato da parte delle forze politiche. Soddisfatto del Trattato Antonio Tajani, che parla di “una nuova collaborazione” che renderà “l’Italia più forte in Europa e l’Europa più forte nel mondo”. In Italia l’unica voce contraria è stata quella di Giorgia Meloni, che ha accusato il Governo di non aver coinvolto il Parlamento per quanto riguarda i contenuti del Trattato. “E’ vero che ora dovrà essere ratificato dal Parlamento italiano – ha detto – ma purtroppo arriva già preconfezionato senza che ci sia stato un confronto chiaro sui contenuti”

Al contrario, in Francia, la destra di Marine Le Pen si è dimostrata favorevole al Trattato. La leader del Rassemblement National vede infatti il Trattato come “un ulteriore segno del grande ritorno delle nazioni e delle relazioni bilaterali tra Paesi sovrani”.

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