IO SINDACO? – Intervista a Catello Maresca(GUARDA IL VIDEO)

Io sindaco? Programma web di Sudcomunicazioni in 4 puntate con i candidati sindaco di Napoli a cura di Rossana Russo, con Ottavio Lucarelli e le domande delle firme della politica dei principali Quotidiani cittadini:  Simona Brandolini (Il Corriere del Mezzogiorno), Mario Pepe (Il Roma), Luigi Roano (Il Mattino) e Concita Sannino (Repubblica).

Puntata con Catello Maresca

“Partire dalle periferie”

“Napoli ha bisogno di un intervento forte, immediato e deciso – ha detto il candidato sindaco del centro-destra Catello Maresca all’inizio dell’intervista – Io partirei dalle periferie: noi abbiamo bisogno di mettere in sicurezza, e non solo una sicurezza fisica, con il controllo del territorio, ma anche una sicurezza sociale. Ci stiamo preoccupando di trovare subito le risorse finanziarie per una riqualificazione urbana delle periferie, per il sostegno alle famiglie in difficoltà e per dare un segnale importante in questa città, cioè che c’è un’amministrazione che si preoccupa dei cittadini e che vuole dare subito il segno della discontinuità. Io sono stato a Scampia, a Secondigliano, a Ponticelli, a Barra… anche nel centro storico, perché noi purtroppo a Napoli abbiamo una periferia anche all’interno della città, e c’è tanta sofferenza, tanta richiesta di aiuto e di vicinanza. Noi dovremmo dare subito un segnale di discontinuità e di vicinanza ai cittadini”.

“Ho lasciato la carriera in magistratura per amore della città”

“Io ho lasciato la carriera in magistratura per amore della mia città – ha detto Maresca, rispondendo alla domanda su come sia finito nelle ‘sabbie mobili della politica’ – e lo dico senza retorica, perché penso di poter dare un contributo con la squadra che stiamo formando, costituita da professionista, da persone impegnate che non hanno niente da chiedere dalla politica. Noi abbiamo voglia di dare alla città, ai nostri cittadini, per il futuro dei nostri figli. In questo senso e con questo spirito ci proponiamo, le carriere le lasciamo ad altri”.

“Abbiamo tratto forza dalla vicenda delle liste”

“Io – ha risposto Catello Maresca a Simona Brandolini del Corriere del Mezzogiorno, che aveva chiesto se “la difficoltà nella presentazione delle liste” potessero “essere lette in maniera negativa dagli elettori” – non solo dico che non sono lette in maniera negativa, ma addirittura noi abbiamo tratto ulteriore forza da questa circostanza negativa che ha colpito alcune delle liste che ci sostenevano. Ho detto, ho sostenuto e sostengo ancora oggi che una democrazia partecipata deve cercare di agevolare il contributo e la voglia dei cittadini di proporsi agli elettori. Noi abbiamo altre 6 liste civiche e 2 liste di partito, ma soprattutto c’è un progetto che va avanti con ancora più forza di prima. Tutti i candidati si sono uniti attorno al progetto ancor più di quanto non accadesse in precedenza. Hanno dimostrato davvero una partecipazione e lo spirito giusto, di chi crede davvero in qualcosa, a prescindere dall’interesse personale: questo, secondo me, è stato il più grande segnale che è arrivato da questa vicenda. Quindi, andiamo avanti coesi, determinati, per raggiungere il nostro obiettivo finale”.

“L’elettorato è deciso a sostenere il progetto Maresca”

“L’elettorato è da tempo deciso a sostenere il progetto Maresca – ha detto il candidato sindaco, rispondendo a un’altra domanda riguardante il rischio di perdere degli elettori a causa della vicenda delle liste – e quindi gli stessi candidati si stanno dando da fare per sostenere Catello Maresca sindaco. Forse è anche più semplice, oggi bisogna mettere solo un segno su ‘Catello Maresca’ o, dove c’è la possibilità, sostenere tanti altri candidati validi, che possono portare avanti il loro ruolo e la loro funzione in Consiglio comunale”.

“Il progetto proseguirà indipendentemente da un simbolo in più o in meno”

“L’assenza della Lega – ha chiesto il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli – è un vantaggio o uno svantaggio?”

“Questo non lo so – ha risposto Maresca – per me è uno svantaggio, perché una lista in meno, la lista di un partito di governo nazionale, da cui aspettavamo un contributo, è in sé un vulnus alla democrazia, e quindi lo leggo in questo modo. Io non faccio calcoli, non mi piace valutare i numeri, io credo che le persone sosterranno in maniera decisa il nostro progetto perché credono in qualcosa, credono in un cambiamento, questo non è in discussione. Noi siamo un progetto nuovo, un progetto che parte dal civismo, che ha avuto il sostegno e che continua ad avere il sostegno di tutti i partiti del centro-destra, e quindi un progetto che proseguirà indipendentemente dal fatto che ci sia un simbolo in più o un simbolo in meno”.

Ritardo nella presentazione delle liste: “Colpa del caos all’ufficio elettorale”

“Io mi sono dato una mia spiegazione – ha risposto il candidato sindaco alla domanda sui motivi dell’esclusione delle liste – E’ chiaro che il nostro civismo ha fatto sì che noi operassimo con lo spirito di chi pensa che arrivare entro le 12:00 possa essere sufficiente per rispettare la legge. In realtà noi abbiamo invece subito la concitazione, ormai i video sono disponibili. Si è creato un caos all’ufficio elettorale. Io credo che lì noi abbiamo sbagliato, non abbiamo avuto quella cattiveria o quell’esperienza operativa che gli altri hanno per superare quel tipo di intoppo. Io vorrei che fosse chiaro: noi siamo arrivati con i documenti in tempo. I nostri presentatori erano dentro e hanno presentato quello che avevano. Il resto dei collaboratori è rimasto giù e non è riuscito ad entrare per effetto della concitazione. Questo lo ha riconosciuto sia il Tar che il Consiglio di Stato e ci hanno detto che dovevamo organizzarci meglio, come fanno gli altri. Io ho visto trolley, ho visto valigie, ho visto lanciare faldoni… noi non abbiamo lanciato i faldoni all’interno dell’edificio. Ecco, forse questo ci ha penalizzati”, ha detto ironicamente.

“Rimettere in regola i conti del Comune”

“Allora, sulla questione bilancio – ha detto Maresca, rispondendo alla domanda di Concita Sannino de la Repubblica sul deficit del comune di Napoli e sul ‘patto per Napoli’ chiesto da Manfredi – bisogna essere seri. Si è detto di questo famigerato ‘patto per Napoli’: mi piacerebbe sapere oggi, visto che il patto è stato lanciato tre mesi fa, a che punto è. Cioè, è stato presentato un disegno di legge? Un decreto legge? C’è una proposta reale sul tappeto? I partiti che hanno proposto Manfredi hanno avuto 3 mesi per elaborarlo, ma oggi non abbiamo una riga, nemmeno una parola, sul punto. E quindi questo è un dato che mi conferma che, più che un ‘patto’, in realtà è un ‘pacco’ per Napoli, come i soliti ‘pacchi’ della sinistra che vengono posticipati al dopo elezioni. Guarda caso, dovrebbe arrivare proprio dopo le elezioni a sindaco. Anche perché è una questione che, se qualcuno ha voglia di approfondirla tecnicamente, è assolutamente irrealizzabile nelle modalità in cui è stato proposto. Io sono abituato a leggere le sentenze, a leggere le carte. C’è una sentenza della Corte costituzionale del febbraio del 2021 che ha detto che questa operazione non si può fare, ha dichiarato illegittima costituzionalmente la norma ‘salva enti locali’. E l’ha dichiarata proprio perché non si può addossare ai nostri figli il carico delle nostre incapacità di gestione. Quindi, non si può spalmare in 30 anni il debito, non si può fare, e i napoletani lo devono sapere. Cioè, non arriverà mai nessun Parlamento a coprire il buco di 5 miliardi di euro del Comune di Napoli, peraltro un buco fatto dagli stessi che oggi si propongono di coprirlo”.

“E’ stato scritto – ha proseguito Maresca – da quella parte politica che sostiene il ‘pacco’ che i soldi del Recovery Fund dovrebbero essere utilizzati per coprire i debiti. Altra cosa assolutamente sbagliata: la legge di finanza pubblica di questo Stato vieta categoricamente di utilizzare i fondi per gli investimenti per coprire i debiti. Quindi, anche questo non si potrà fare. Noi non lo proponiamo, perché siamo persone serie. Cosa facciamo: noi agiamo sulla spesa corrente, che a Napoli è molto alta, un miliardo e 550 milioni all’anno, rispetto alla quale il Comune riesce a incassare un miliardo e due-tre. Cioè, noi andiamo in deficit strutturale di 200-300 milioni all’anno, e quindi anche logicamente, ammesso che fosse possibile, noi azzereremmo oggi per ritrovarci il debito fra qualche anno. Lo stesso debito, proprio per questo la Corte costituzionale ha detto che non si può fare. Quindi, cosa dobbiamo fare: noi dobbiamo rimettere in regola i conti del Comune. Noi abbiamo una ricetta chiara: facciamo funzionare l’ufficio di riscossione, che oggi non funziona. Il Comune di Napoli oggi riscuote il 35% delle imposte comunali (quando va bene!), non amministra il patrimonio, non è in grado di ricavare un euro dai 70mila immobili di cui è proprietario il Comune, perché molti di questi, soprattutto quelli di pregio, vengono occupati abusivamente. Questo lo dobbiamo impedire subito, dobbiamo stabilire delle regole chiare, dobbiamo mettere in moto la macchina amministrativa e farla funzionare. E poi dobbiamo essere capaci di investire i soldi. Nel triennio precedente abbiamo lasciato sul tavolo 70 milioni di euro previsti per il finanziamento UNESCO per il centro storico, non li abbiamo spesi. Noi, se mettiamo questi soldi in circolazione, creiamo economia, e quindi favoriamo il pagamento delle tasse e rimettiamo in sesto la macchina amministrativa. Questa è la nostra ricetta”.

“Fra i partiti del centro-destra non vi è polemica, solo sana dialettica”

“Io credo proprio rimanendo fieramente civico, sostenuto dai partiti – ha risposto Maresca a Luigi Roano del Mattino, che aveva chiesto al candidato sindaco in che modo pensasse di convincere i napoletani a votarlo – Io, devo dire, non mi sento in una morsa (delle ‘polemiche del centro-destra’, ndr). Ci sono le dinamiche dialettiche che ci sono sempre state, che io ho accettato quando mi sono proposto come civico. Propormi come civico è una cosa per me naturale, perché io ho un percorso di civismo anche profondo. Peraltro, sono un magistrato ancora in aspettativa. Pur avendo fatto in giovane età un’esperienza politica, io valorizzo e sottolineo questo mio profilo. Il che non significa che io non sia un politico, che non abbia delle ideologie, che non abbia anche delle idee serie (la sicurezza, l’ordine, il rispetto delle regole…) che possano essere sostenute da tutti i partiti di centro-destra, che oggi sono in parte partiti di governo e che devono venire a dare il loro contributo a Napoli, come stanno facendo e come faranno. Quindi, io, più che di ‘morsa’, parlerei di sana dialettica. In tutte le famiglie ci sono discussioni, poi a Natale ci si ritrova tutti insieme per il pranzo e sotto l’albero ad aprire i regali. Io spero che i regali per i napoletani siano rappresentati da un nuovo sindaco e da un nuovo governo della città che abbia le caratteristiche di coerenza, di professionalità e di autonomia”.

Lavoro e sicurezza: “Creare le condizioni di sicurezza e sviluppo”

Sicurezza e lavoro “sono due temi a me molto cari, dai quali partiremo per rilanciare Napoli e per creare questa nuova immagine di governo e di istituzioni vicine al cittadino. Perché le istituzioni devono accompagnare la cittadinanza rispetto alle loro esigenze. Io intercetto frequentemente questa richiesta, anzi, addirittura di più rispetto a quella che immaginavo all’inizio. Il mio percorso è un percorso di 22 anni da magistrato, in cui ho speso la vita per la giustizia e per la sicurezza. Noi ripartiremo dal rispetto delle regole, anche quelle basilari della circolazione, del traffico, della pulizia e del decoro delle strade. E lo faremo con determinazione, perché le istituzioni devono essere serie, coerenti e anche determinate, ma devono dare dei messaggi chiari ai cittadini. La sicurezza è anche tranquillità, la tranquillità dei padri e delle madri quando i nostri figli escono la sera. Purtroppo è accaduto e accade, ma i nostri figli possono trovarsi coinvolti in vicende spiacevoli, anche al centro della città, nella movida, una movida molto disordinata. Lo faremo recuperando tutte le risorse disponibili e anche quello spirito che gli agenti di polizia, i carabinieri, i finanzieri e i componenti della polizia locale hanno e devono riavere. A me piacerebbe, tra qualche anno, parlare di Napoli come città delle regole, non come città del disordine, città delle rapine o città degli scippi”.

Poi, il tema del lavoro: “E’ chiaro – ha detto Maresca – che il sindaco può creare le condizioni affinché si creino lavoro e sviluppo. Ne parlavo qualche giorno fa con alcuni addetti ai lavori, che fanno anche investimenti importanti e che tendono purtroppo a non investire a Napoli, perché non ci sono le condizioni. Oggi le condizioni perché le imprese e le multinazionali vengano a Napoli sono la sicurezza e le infrastrutture. Ecco, noi dovremmo investire in sicurezza e in infrastrutture. Abbiamo progettualità profonde sul recupero del mare, che è una grande risorsa napoletana che non viene utilizzata. Per dire, non abbiamo un progetto serio di portualità turistica. I dati nazionali ci riportano un ritorno di tre posti di lavoro per ogni posto barca. Pensate cosa si potrebbe fare se riuscissimo a razionalizzare la grande risorsa della portualità che abbiamo. Il porto è la più grande impresa della città, è la porta attraverso la quale entrano tantissimi stranieri, dieci milioni all’anno, secondo le ultime stime pre-Covid. Noi dobbiamo ripartire da questo per creare una vera capitale. Napoli deve tornare ad essere la capitale del Mediterraneo”.

“Coinvolgere gli organi di polizia che sono sul territorio”

“In che modo lei pensa di rafforzare il rapporto tra Comune e Forze dell’Ordine?”, ha chiesto il presidente Ottavio Lucarelli.

“Io ho già manifestato la mia disponibilità al prefetto – ha risposto il candidato sindaco – a partecipare direttamente. Credo che sia un segnale importante, cioè il sindaco che siede a un tavolo istituzionale. Non solo il comitato per l’ordine e la sicurezza, che si riunisce periodicamente, ma io immagino un tavolo permanente, in cui si discute e si elaborano costantemente, settimana dopo settimana, le strategie per intervenire su Napoli, partendo dalla periferia e recuperando la progettualità di cui il Comune può essere protagonista, la videosorveglianza, il rispetto delle regole contro l’abusivismo, purtroppo ancora molto diffuso e che penalizza il commercio e i cittadini perbene. Il Comune deve portarlo al tavolo della sicurezza per coinvolgere in questo processo tutti gli organi di polizia che sono sul territorio. La vera svolta della prossima amministrazione sarà il patto istituzionale che il sindaco riuscirà a promuovere col prefetto, col questore, col procuratore della Repubblica sotto il fronte della sicurezza. Il sindaco dovrà veramente essere capace di estendere una rete istituzionale, recuperando la capacità relazionale per lavorare insieme per la città di Napoli”.

“Combattere la dispersione scolastica”

“La rete dei volontari – ha risposto Maresca a una domanda su progetti per i giovani e il lavoro – in città è molto ampia. Il Comune dovrà preoccuparsi di dare delle prospettive, incidendo in un settore fondamentale per lo sviluppo, cioè la formazione. Noi non sappiamo nei prossimi dieci anni quanti saldatori, quanti falegnami, quanti elettricisti serviranno. Se noi mettiamo al tavolo ed elaboriamo insieme agli attori istituzionali che sono i rappresentanti di categorie, i sindacati… noi possiamo veramente fare un progetto serio sulla formazione. Non spendere soldi sulla formazione che spesso vengono investiti in progetti che non hanno una utilità e un effetto immediato. Programmiamo nei prossimi 20 anni quali sono i profili professionali su cui vogliamo puntare. Noi lo abbiamo fatto con i pizzaioli, con la mia modesta associazione. Abbiamo formato 30 pizzaioli in un anno e mezzo, lavorano tutti. Così combattiamo la dispersione scolastica, diamo un messaggio chiaro ai giovani: ‘Tu devi studiare, ti devi formare perché lavori’”.

“Sbaglia chi si sottrae al confronto”

“Io sono un uomo delle istituzioni – ha detto Maresca, affrontando il tema della necessità di cooperazione fra Comune e Regione – mentre parliamo, io sono ancora un magistrato, seppur in aspettativa, e sono sotto giuramento. Quando ho assunto le funzioni di magistrato, ho giurato fedeltà alla Costituzione. Questo comporta il rispetto istituzionale, che non fa parte solo del mio bagaglio culturale, ma del mio DNA. Per me le istituzioni sono sacre e non troverete mai una mia parola fuori posto nei confronti di un rappresentante delle istituzioni. Io spero il 4 ottobre o dopo il ballottaggio di dichiararmi veramente il sindaco di tutti i cittadini napoletani. Oggi facciamo campagna elettorale, c’è una discussione a volte anche animata, è normale che sia così. Anzi, è proprio il sale della campagna elettorale, lo spirito della competizione. Chi si sottrae al confronto, secondo me, sbaglia a non proiettarsi già da adesso in questa dialettica che è sana dialettica, così come la stiamo tenendo con Bassolino e con la Clemente. Noi dovremmo, poi, il giorno dopo, pensare tutti quanti insieme all’interesse di Napoli, e l’interesse di Napoli si fa con il dialogo e con il confronto, senza rinunciare alle proprie idee, ma avendo sempre l’unico obiettivo che non è l’interesse personale o il carrierismo, ma l’interesse dei cittadini. Io, personalmente, ho sempre avuto un rapporto di cordialità col presidente De Luca. Abbiamo idee simili, altre di meno, ma sono sicuro che collaboreremo, come lui stesso ha riconosciuto pubblicamente, per l’interesse dei napoletani”.

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