CITTA’ FRAGILE – La casa tartassata

a cura di Massimo Pollice

Ingegnere esperto di Ambiente ed Infrastrutture

 Dal giorno dell’insediamento del nuovo governo Draghi si parla di un possibile aumento del carico fiscale sugli immobili ed anche di ripristinare l’Imu sulla prima casa.

La giustificazione di tali richieste, provenienti da alcune parti sociali, e da alcuni settori dello Stato e del sottogoverno, è sostenuta dalla erronea affermazione che la pressione fiscale in Italia sugli immobili sia molto più bassa che negli altri paesi europei.

Tale affermazione è, oltre che errata, facilmente contestabile, invito tutti a leggere la guida: “4. Fiscalità immobiliare in Italia ed in Europa” della Agenzia delle Entrate al link: https://www.agenziaentrate.it/portale/documents/20143/2239117/4.+Fiscalità+immobiliare+in+Italia+e+in+Europa.pdf/ba4630f2-7498-bd61-7a4a-9b48d222c6ddMOBILIARE IN ITALIA.

Una Agenzia dello Stato confuta direttamente tali pretestuose affermazioni.

La cosa è ben visibile nel seguente grafico di fonte Ocse e riportato dallo stesso rapporto prima menzionato, nel quale si evince come, fatta eccezione per la Francia (in Inghilterra vige un sistema totalmente differente in quanto la maggior parte degli immobili risulta una concessione della Regina che nel “pacchetto di tassazione” comprende anche la concessione del suolo che resta di proprietà dello Stato), il prelievo fiscale italiano sulla casa sia stato, negli ultimi anni molto più alto che nelle altre parti d’Europa (oltre quattro volte superiore che in Germania) e comunque superiore alla media OCSE.

La cosa più grave da considerare in tale frangente è che “imposta” è quella parte della ricchezza privata che i cittadini d’uno stato, o coloro che vi risiedono, devono cedergli per la soddisfazione dei bisogni pubblici di ordine generale.

Per quanto su riportato l’imposta è pagata a fronte della soddisfazione di bisogni pubblici, l’IMU o IUC che sia paga tutti i servizi indivisibili comunali, quali manutenzione stradale, illuminazione pubblica ed altre spese dei comuni.

La domanda sorge spontanea; è morale parlare di aumento del gettito delle imposte/tasse sugli immobili quando sono già tra le più alte d’Europa ed i Comuni non offrono servizi indivisibili degni del prelievo fiscale?

E soprattutto si è valutata la ricaduta sul mercato (già devastato) degli immobili e nell’indotto delle ristrutturazioni?

Ing. Massimo Pollice

 

 

 

 

 

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