Libia: Tripoli chiede truppe alla Turchia. La decisione del Parlamento turco a genna

Di Francesco Caputi

Libia: Tripoli chiede truppe alla Turchia. La decisione del parlamento turco a gennaio

A gennaio il parlamento turco voterà la mozione sull’invio di truppe in aiuto al governo di Tripoli. Mosca si oppone

La richiesta di aiuto del governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, arriva a seguito di recenti raid aerei a 50 km dalla capitale e dell’avanzata verso ovest delle forze del generale Khalifa Haftar. Il governo libico di Sarraj, sempre più in difficoltà dal punto di vista militare, aveva già siglato il 27 novembre un accordo con la Turchia, il quale prevede, oltre ad una nuova delimitazione marittima che consentirà ad Ankara di ottenere il controllo su vaste zone del Mediterraneo orientale ricche di risorse (a danno soprattutto della Grecia), anche un’intesa sull’invio di militari su richiesta di Tripoli. La Turchia giustifica il suo intervento sottolineando la legittimità del governo di Sarraj, riconosciuto dall’ONU, contrariamente al governo di Tobruk del generale Haftar, che non gode di alcun riconoscimento internazionale, nonostante il sostegno militare da parte di alcuni paesi, fra i quali la Russia, l’Arabia Saudita, il Qatar e anche la Francia.

L’opposizione di Mosca

Da Mosca arrivano critiche: Putin definisce quella di Ankara una “ingerenza che non aiuta”. Attualmente, infatti, la Russia è impegnata nel sostegno del governo di Haftar attraverso la presenza in Libia dei contractors russi della Wagner, una compagnia militare privata. I rapporti tra Russia e Turchia, tuttavia, continuano ad essere distesi. L’8 gennaio Putin inaugurerà con Erdogan il gasdotto TurkStream, il quale, partendo dalla Russia, attraverserà la Turchia per arrivare in Grecia, aumentando così ancora di più la dipendenza energetica dell’Europa da Mosca. Il gasdotto TurkStream arriva come risposta ad un altro gasdotto, l’EastMed, che al contrario, partendo da Israele per poi arrivare in Italia attraversando Cipro e la Grecia, ridurrebbe di moltissimo la dipendenza energetica europea dalla Russia. Le tensioni tra Russia e Turchia resterebbero così limitate solo alla questione libica, se si tiene conto non solo della cooperazione energetica tra i due paesi ma anche di quella militare della vendita del sistema antiaereo russo S-400 alla Turchia.

L’Italia e le precedenti richieste di aiuto

L’accordo del 27 novembre fra Tripoli e Ankara arriva a seguito di precedenti richieste di aiuto del governo di Sarraj all’Italia, rimaste tuttavia quasi ignorate. E’ quanto afferma in un’intervista del Corriere della Sera lo stesso Al-Sarraj, il quale giustifica in questo modo gli accordi del 27 novembre con la Turchia. La Farnesina infatti aveva più volte risposto che la soluzione alla crisi libica può essere solo politica, non militare. E’ la strategia della diplomazia e del tentativo di distendere i rapporti fra le due parti in conflitto infatti quella seguita dall’Italia. Nel corso della settimana scorsa, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio era volato in Libia per incontrare sia Sarraj che Haftar. Secondo Sarraj, però, la visita è stata un fallimento, soprattutto per quanto riguarda il tentativo di instaurare un dialogo con il generale Haftar. “Di Maionon è riuscito a bloccare l’aggressione militare contro di noi.” ha affermato il leader di Tripoli.

L’Italia sembra così perdere sempre più il suo ruolo in Libia, per lasciare posto, soprattutto dopo l’entrata di Erdogan al fianco di Tripoli, alla Russia e alla Turchia, oramai i principali attori del Mediterraneo.

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