Ucciso perchè scambiato per un boss, quattro arresti dopo sei anni

di Marisa Albini

Fu scambiato per un affiliato al clan solo perché aveva il suo stesso modello di automobile. Fu per questo che il 13 novembre 2009 fu colpito da una decina di proiettili, ad Ercolano. Per quell’omicidio sono stati arrestati mandanti ed esecutori e si è accertato che Salvatore Barbaro, la vittima, in quella storia di lotta tra clan non c’entrava assolutamente nulla. Ucciso per errore, dunque.

Quattro le persone arrestate, oggi, dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco: tutte ritenute esponenti del clan camorristico Ascione-Papale. Sottoposti alla misura sono il boss Dantese Natale, 35 anni, già detenuto in regime di 41 bis dal 2010, Antonio Sannino, 34 anni, Vincenzo Spagnuolo, 48 anni, entrambe detenuti e Pasquale Spronello, 30 anni.

Dantese sarebbe stato il mandante dell’omicidio, Spagnuolo il killer, mentre Antonio Sannino avrebbe partecipato all’esecuzione e Pasquale Spronello avrebbe fatto da specchiettista, assumendosi il compito di indicare la vittima.

Un agguato, quello che fu messo a segno nei pressi degli scavi di Ercolano, che rientrava nella faida con il clan rivale Birra-Iacomino che insanguina il territorio dai primi anni ’90. Le indagini hanno accertato che l’unica ‘colpa’ di Barbaro era quella di avere la stessa auto di un affiliato al clan rivale. Secondo la collaboratrice di giustizia, moglie del boss Dantese, Antonella Madonna,  il vero bersaglio dell’agguato era un affiliato al clan Birra,  tale Nicola “mutand ‘e fierro”, il quale aveva un’autovettura dello stesso tipo di quella del ragazzo, una Suzuki Swift.

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