Francesco, messaggi di Natale: pace in Palestina e sobrietà antidoto all’indifferenza

L’invocazione alla fine del conflitto in Medio Oriente domina la benedizione urbi et orbi. Nella messa di mezzanotte il discorso verte sul richiamo alla sobrietà quale antidoto alla “globalizzazione dell’indifferenza”

CITTA’ DEL VATICANO – Un appello per la pace in Palestina, rivolto nel discorso dal balcone di San Pietro prima della benedizione del mezzogiorno di Natale. E un richiamo al valore della sobrietà contro la “globalizzazione dell’indifferenza”. Il Natale di Papa Francesco ruota attorno a queste parole.

LA MESSA DI MEZZANOTTE –  Nella messa della notte di Natale, Francesco cita la seconda lettera a Tito come un richiamo al “tornare all’essenziale”» del quale aveva parlato nel discorso alla Curia. “Da questo Bambino che  – dice il pontefice – porta impressi nel suo volto i tratti della bontà, della misericordia e dell’amore di Dio Padre, scaturisce per tutti noi suoi discepoli, come insegna l’apostolo Paolo, l’impegno a “rinnegare l’empietà” e la ricchezza del mondo, per vivere ‘con sobrietà, con giustizia e con pietà'”. In un mondo “ebbro” di lussi, consumi, narcisismi, l’arrivo di Gesù nel Natale richiama a “comportamenti sobri”, a saper “vivere l’essenziale”. E anche a lasciarsi alle spalle la “cultura dell’indifferenza”, per improntare la vita alla pietà e alla misericordia. Francesco riassume così il messaggio della venuta di Gesù tra gli uomini.

 

LA BENEDIZIONE URBI ET ORBI – Semplici anche le parole pronunciate a San Pietro stamane, riportando l’attenzione generale al conflitto in Medio Oriente. “Dove è nato Gesù  – afferma il papa – continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire. Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo” e “giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti”.  “Al Signore – aggiunge Francesco – domandiamo che l’intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata”.  Nel discorso papale anche le “efferate azioni terroristiche”. “L’attenzione della Comunità internazionale – dice Francesco – sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze” e “non risparmiano il patrimonio storico e culturale”.

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