Papa Francesco ai genitori di figli LGBTQ: “La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente”

di Francesco Caputi

 

“Il Papa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio”. Queste le parole di Papa Francesco al termine dell’Udienza, incontrando 42 genitori di figli LGBTQ dell’associazione Tenda di Gionata, che, nata nel 2018 su sollecitazione del defunto sacerdote marchigiano don David Esposito, si occupa dell’accoglienza di persone cristiane LGBTQ. Don David Esposito infatti sperava che le comunità cristiane sapessero “allargare la tenda” (Isaia 54) per fare spazio a tutti, diventando così “sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone LGBT e verso ogni persona colpita da discriminazione”.

Mara Grassi, vicepresidente dell’associazione, che ha quattro figli, di cui il più grande omosessuale, ha regalato al Papa un volumetto, “Genitori fortunati”, che racconta le esperienze, non sempre facili, di famiglie LGBTQ con la Chiesa. Il volumetto contiene anche lettere con speranze, richieste e anche proteste di persone troppo spesso escluse dalle comunità ecclesiali.

“La nostra associazione – ha detto Mara Grassi riferendo il discorso rivolto al Papa – vuole far dialogare la Chiesa e le famiglie con figli LGBT. Prendendo spunto dal titolo del libro che gli abbiamo presentato, ho spiegato che noi ci consideriamo fortunati perché siamo stati costretti a cambiare lo sguardo con cui abbiamo guardato sempre i nostri figli. Quello che abbiamo ora è uno sguardo nuovo che ci ha permesso di vedere in loro la bellezza e l’amore di Dio. Vogliamo creare un ponte con la Chiesa perché anche la Chiesa possa cambiare lo sguardo verso i nostri figli, non escludendoli più ma accogliendoli pienamente”.

Rassicurante la risposta del Papa: “La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente”. Il Papa poi, come racconta Mara Grassi, “ha guardato e ha sorriso”. “Un momento di profonda sintonia che non dimenticheremo”, ha detto la vicepresidente dell’associazione.

Al Papa sono state consegnate anche lettere di genitori che raccontano il difficile percorso di accettazione da parte dei genitori dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere dei propri figli.

Una Chiesa nuova quella di Papa Francesco. Una Chiesa più accogliente, pronta ad abbracciare una comunità, quella LGBTQ, troppo a lungo considerata dalle comunità ecclesiali “indesiderabile” se non addirittura “peccaminosa” e “contro natura”. La Chiesa della “rivoluzione della tenerezza”, come l’ha definita il Papa stesso, che già nel 2013, rispondendo a una domanda di un giornalista a Rio de Janeiro sull’omosessualità, disse: “Se una persona è gay e cerca il signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”

Papa Francesco, inoltre, ha sempre distinto “l’indottrinamento della teoria gender”, da lui aspramente criticata, dalle persone LGBTQ. Ha raccontato infatti il Papa nel 2016: “Nella mia vita di sacerdote, di vescovo e di Papa io ho accompagnato persone con tendenze e anche pratiche omosessuali. Li ho avvicinati al Signore e mai li ho abbandonati. Le persone si devono accompagnare, come faceva Gesù. Quando una persona che ha questa condizione arriverà davanti a Gesù, lui sicuramente non dirà: vattene via perché sei omosessuale. No. Io ho parlato di quella cattiveria che oggi si fa con l’indottrinamento della teoria gender”. “Una cosa è la persona che ha questa tendenza, o anche che cambia sesso. Un’altra è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica”.

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