Washington DC, si rifiuta di alzare il pugno. Circondata e insultata da manifestanti di Black Lives Matter

di Francesco Caputi

Un gruppo di manifestanti di Black Lives Matter accerchia un locale e intima ai presenti di alzare il pugno in segno di solidarietà col movimento. Tutti, intimoriti, obbediscono all’ordine, tranne una donna, Lauren B. Victor, 49 anni, che viene circondata, ricoperta di insulti e minacciata. “Il silenzio bianco è violenza!”, gridano i manifestanti. Alcuni di loro avvicinano il loro viso al suo e le urlano in faccia. “Sei cristiana?”, grida un manifestante. Il fatto, avvenuto a Washington DC alle 18:30, durante le proteste, è stato pubblicato su Twitter da Fredrick Kunkle WaPo, giornalista che ha raccontato la vicenda sul Washington Post.

“Mi sono sentita sotto attacco”, ha detto la donna in un’intervista riportata dal Washington Post. Lauren ha anche spiegato di essere una sostenitrice delle proteste antirazziste e di aver partecipato a diverse manifestazioni, ma in quel momento si è rifiutata di alzare il pugno, perché sarebbe stato un gesto compiuto non spontaneamente, ma sotto costrizione. “È stato opprimente, tutte quelle persone che mi hanno assalito. Avere una folla con tutta quell’energia che vuole che tu faccia questa cosa. Non mi sembrava giusto”, ha detto la donna.

Non si è trattato di un caso isolato. Sui social girano altri video che documentano aggressioni dei manifestanti ai danni di clienti dei ristoranti della città. In molti di questi video, i clienti dei ristoranti, accusati dai manifestanti di godere del “privilegio bianco”, si alzano col pugno alzato, forse più per timore delle conseguenze di un possibile rifiuto che per reale convinzione. Ma non tutti si piegano alle intimidazioni, e così i manifestanti procedono ad insultare e a minacciare chi si rifiuta, e a puntare la luce dei cellulari negli occhi di chi rimane seduto.

Numerose le condanne sui social. Alcuni paragonano i manifestanti alle camicie brune naziste o alle Guardie Rosse di Mao Zedong. Altri li accusano di danneggiare le manifestazioni antirazziste e di fare un favore a Trump.

Una degenerazione delle manifestazioni, che dalla nobile causa dell’antirazzismo e della lotta alle ingiustizie sociali sono passate a una vergognosa guerra alla storia occidentale (l’abbattimento delle statue) e alla violenza fine a se stessa. Una violenza rivolta persino, come ci dimostra questo caso, contro i manifestanti moderati. Le proteste vengono egemonizzate sempre di più da estremisti e da violenti, che sul campo si scontrano con altri estremisti (le milizie dei suprematisti bianchi). Tra coloro che condannano la degenerazione violenta delle manifestazioni anche Julia Jackson, la madre di Jacob Blake, l’afroamericano ferito con sette colpi di pistola da due agenti di polizia a Kenosha, in Winsconsin. “Se Jacob sapesse cosa sta succedendo, sarebbe molto dispiaciuto. Quindi chiedo a tutti in Wisconsin di fermarsi un attimo ed esaminare il proprio cuore. Abbiamo bisogno di guarigione”, ha detto la donna.

Lascia un commento