Il “deserto” di Mondragone e la rabbia dei residenti

Fu così che Mondragone, colpita dal Covid 19, divenne una città fantasma. Niente più folla sul litorale o avventori giunti per assaporare la mozzarella, per la cui produzione la città è celebre in tutta Italia. Nulla di nulla.

Così gli stabilimenti sono semivuoti,parcheggi disponibili e nessuna coda sulle strade a Mondragone. I gestori dei lidi lamentano le disdette per luglio e agosto, piovute in appena 7 giorni. Domenica scorsa, quando ancora il focolaio non era emerso, gli stabilimenti erano pieni, e nei parcheggi non si trovava posto.

“Sembra passato un secolo – dice Sabrina Nugnes, a capo del “Lido Medusa” in una intervista riportata dall’Ansa – la gente mi chiama per disdire, altri mi chiedono se è possibile venire a Mondragone, come se la città fosse chiusa. Io e i miei colleghi ce l’abbiamo un po’ con la stampa, per certi titoli che hanno scatenato il panico e che non rispecchiano in alcun modo la realtà, visto che nei palazzi ex Cirio sono stati individuati appena 43 contagi. Al “Lido Sinuessa”, Aldo,con una nonna di origine russa deportata ad Auschwitz, parla con rabbia della situazione: “Mondragone è sempre stata una città multietnica, come dimostra la mia storia personale, quello che sta accadendo con i bulgari è solo colpa loro, che non vogliono adeguarsi alle regole civili”.

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