Napoli, la quarantena cambia il volto della città: scenari inediti

di Marisa Russo

La città di Napoli è deserta: viene totalmente cambiata dall’epidemia di coronavirus.

Può un virus, di diametro di circa 80-160 nanometri , aver “risucchiato” il caos di Napoli?

I droni sorvolano la città ritraendo immagini di vie e piazze deserte. Via Toledo e via Chiaia, le strade dello shopping, completamente vuote eccetto qualche volante. Piazza Dante con le librerie chiuse, monumenti ancora più maestosi nella loro solitudine, il Maschio Angioino, Castel Sant’Elmo, la bocca vuota del San Paolo.

C’è gente nella Pignasecca, il più popolare, variopinto e frequentato mercato di Napoli, nel cuore della città. Ma hanno la mascherina e stranamente si muovono svelti.

Tra i giardinetti di Piazza Nazionale, verso Poggioreale, giocano rincorrendosi alcuni bambini. E anche Piazza Garibaldi, davanti alla Stazione centrale, non è poi così deserta, però risulta molto scremata la sua popolazione multi-etnica.

Non si vedono più i bar affollati, i ristoranti e pizzerie pieni, i negozi del centro gremiti.

Ma il lato positivo dell’assenza totale di passeggio nella nostra città c’è: la natura sembra si stia rimpossessando dei paesaggi cittadini.

Alcuni diranno che è inquietante e che sembra lo scenario post-apocalittico di uno di quei film dove la natura si vendica dell’uomo, ma il lato positivo c’è. Chi l’avrebbe mai detto che avremmo potuto ammirare piazza del Plebiscito, uno dei luoghi simbolo di Napoli, e notare con stupore che tra il pavé stanno crescendo rigogliosi ciuffi d’erba? Quei ciuffi che venivano ogni anno, in primavera, uccisi sul nascere dall’incessante calpestio.

E’ ormai primavera ed il grigio scuro è meravigliosamente interrotto dal verde, colore simbolo della natura, la vita, la rinascita primaverile.

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