Spagna, l’emergenza coronavirus si aggrava. La politica si divide

di Francesco Caputi

Fuori controllo l’emergenza coronavirus in Spagna. Polemiche fra i partiti. I Popolari accusano il premier di non coinvolgere l’opposizione. Vox chiede le dimissioni di Sanchez

Diventa sempre più difficile da gestire l’emergenza coronavirus in Spagna. In sole 24 ore, ieri si sono contate 849 vittime. Mai state così tante nel Paese. E la politica si divide in maniera sempre più evidente. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha deciso di aiutare chi paga l’affitto e di varare misure che impediscano gli sfratti in questo periodo. Tuttavia, le opposizioni non sono state informate di queste decisioni. Il Partito Popolare di centro-destra attacca così l’esecutivo di Sanchez, lamentando di non esser stati chiamati in causa. Vox, invece, il partito d’estrema destra spagnolo, chiede addirittura le dimissioni di Sanchez. Le proteste arrivano non solo dai partiti, ma anche dagli industriali, i quali hanno accusato il governo di non aver avvertito le aziende della decisione di prolungare la serrata. Si teme infatti una “recessione fortissima”, come si legge in uno studio di CaixaBank, che potrebbe far calare il PIL del 10% e far schizzare la disoccupazione al 20%.

Ma ciò che attualmente preoccupa di più in Spagna è la sanità. Gli ospedali sono in gravissima difficoltà, a causa dell’elevato numero di malati. I sanitari e i sindacati denunciano la carenza di docce e la mancanza di misure di sicurezza fra i pazienti. “È più facile essere contagiati che avere possibilità di cura”, ha detto un’infermiera a El Pais. Le condizioni nelle strutture sanitarie sono veramente difficili: stanno facendo il giro del mondo video in cui vengono mostrate immagini drammatiche, di pazienti addirittura ammassati per terra per la scarsità di letti lungo le corsie, con solo dei lenzuoli e dei cuscini. Molti di questi pazienti presentano tosse. “È come una guerra. Abbiamo troppi pazienti per ogni medico e ogni infermiere. Alla fine della giornata ti ritrovi con 40 o 50 pazienti che non sono stati neanche classificati, arrivano che sei già impegnatissimo, è impossibile fare lo stesso tipo di lavoro con il numero di pazienti che arrivano, quindi … metti i pazienti uno accanto all’altro e uno potrebbe avere solo un po’ di febbre mentre l’altro sta agonizzando. È terribile. Terribile”, ha detto il dottor Tomas Segura Martin, primario presso l’ospedale universitario di Albacete, durante un’intervista di Euronews.

Vi sono inoltre pochissima comunicazione e pochissima collaborazione fra i vari enti locali. “Contro il coronavirus in Spagna si conducono 17 battaglie diverse”, scrive El Pais. Alcune zone della Spagna, come la Catalogna e Madrid, sono state colpite più duramente di altre, ma ognuno agisce senza collaborare con gli altri enti. Non vi è stato alcun trasferimento di personale sanitario da zone meno colpite a quelle più colpite, ma solo qualche piccolo caso di trasferimento di strumentazione. Il ministro della Salute ha accennato alla possibilità di spostare i pazienti da un ente locale all’altro, in caso di necessità, ma senza ulteriori specificazioni.

Attualmente in Spagna si contano 864 morti, con un totale di oltre 9000. 102.136 le persone contagiate, 7.719 in più rispetto a ieri.

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