La benedizione urbi et orbi di Papa Francesco in una San Pietro deserta

di Rossana Russo

Ore 18,00 in punto, il Papa è in tv, su Rai Uno e anche su La7. Non è la solita Messa della domenica.  Papa Francesco concede la benedizione e l’indulgenza plenaria attraverso le telecamere.

 

E’  in piazza San Pietro, prega sotto un temporale che  sembra lo sfondo perfetto del passo del Vangelo a cui il Papa fa riferimento,  quando in mezzo alla tempesta nella stessa barca Gesù è a poppa e si addormenta mentre i discepoli implorano la salvezza. Non avete fede? E’ la domanda di Gesù. E la tempesta è anche  quella del coronavirus che ha colpito il mondo e l’Italia a cui Papa Francesco fa riferimento.

Incollati davanti allo schermo di una tv o di uno Smartphone in tanti hanno pregato   e  per la prima volta nella storia la benedizione avviene in una piazza San Pietro deserta, per via del  coronavirus, e l’indulgenza plenaria concessa a tutti telespettatori a casa, “a chi la desideri con tutte le forze” ha detto il Papa.

“Si fa sera” dice Papa Francesco mentre il sole tramonta su Roma bagnata dalla pioggia. Solo. La piazza e’ vuota, sullo sfondo  l’icona della Madonna Salvezza del Popolo di Roma e del Cristo di San Marcello al Corso. Legno e fede vecchie di secoli. “Tramontano le facili certezze, gli ego, l’idea di potersi salvare da soli: il coronavirus sta spazzando via tutto, nel silenzio e nella paura”.

Il Papa parla di fede, speranza, carità e poi rivolge il suo pensiero a”questi uomini e queste donne solitamente messi di lato, seminvisibili, ma che ora dimostrano di essere la spina dorsale del genere umano. Sono i medici, gli infermieri – che tutti stanno elogiando e di cui tutti tessono giustamente le lodi – ma anche i poliziotti, gli impiegati dei supermercati, gli addetti alle pulizie.

Un esercito silenzioso (“lontano dagli show”) fatto anche di nonni e di nonne, di volontari e persone impegnate nel quotidiano. Altro che fiera delle vanita’: le vanita’ stanno finendo in un falo'”.

A riguardo Bergoglio si limita a registrare cosa vede e cosa sente. “Siamo andati avanti a tutta velocita’, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta”, sono le sue impietose parole, “Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

Bergoglio traccia il profilo di una nuova umanita’ libera dall’edonismo e pronta, di nuovo, ad essere fatta di uomini e di donne.

“Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta”, dice rivolgendosi direttamente a Dio, “Non e’ il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare cio’ che e’ necessario da cio’ che non lo e’. E’ il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri”. A scegliere deve essere l’uomo, artefice del proprio destino.

L’uomo al centro del creato, pronto ad amarlo e a rispettarlo. E’ un nuovo umanesimo, quello che il Papa chiede a chi lo ascolta. L’uomo abbandoni il senso di onnipotenza che ne ha pervaso le azioni e sappia aprire una stagione di fraternita’, solidarieta’, ospitalita’. Capire i nuovi tempi imposti dal coronavirus “significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarieta’ del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creativita’ che solo lo Spirito e’ capace di suscitare”. Significa “trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalita’, di fraternita’ e di solidarieta’. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire”.

E spiega il senso della “tempesta”:  “ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarieta’ e la speranza capaci di dare solidita’, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare”.

E mentre il Pontefice dà la sua  benedizione  al mondo, assicurando l’indulgenza plenaria a chi la desideri con tutte le forze, si sentono le campane suonare insieme alle sirene delle ambulanze .

 

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