CIBO E CULTURA – San Giuseppe al tempo del Coronavirus: la “zeppola” fai da te per non rinunciare alla tradizione – LA RICETTA

di Veronica S. Valli

In tempo di pandemia da Coronavirus, sembra difficile effettuare le operazioni più semplici, comprese le feste tradizionali, come quella di San Giuseppe, la festa del papà. In tanti, soprattutto i più coscienziosi, saranno costretti a festeggiare senza i genitori per evitare il rischio di contagio. Certo, ci sono sempre le telefonate, le videochiamate o le foto postate su tutti i social, come è d’uso negli ultimi anni; una consolazione, anche se magra. Ma a proposito di magrezza, ciò che mancherà di più, oltre all’abbraccio e all’affetto paterno, soprattutto se si abita al Sud Italia è la celebre “zeppola”, il celebre dolce-simbolo della festa del papà.

L’Amarcord

Rispetto a questo tema, vista la situazione che stiamo attraversando, mi lascerò andare a qualche ricordo, anche se non lo faccio mai, anche perché sono una giornalista e non una romanziera. Non sono una grande amante dei dolci ma ricordo che da piccola nel giorno di San Giuseppe, sulla tavola della mia famiglia non mancava mai una zeppola, che mio padre e mia sorella andavano a comprare in una famosa pasticceria di Benevento, di cui non riesco a rammentare il nome.

Anni dopo, quando frequentavo la gloriosa scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno, all’epoca diretta da Biagio Agnes, l’ottimo Giuseppe Blasi (il mitico Pino), che ne era il coordinatore, per festeggiare il suo onomastico non mancava mai di offrirci ben due guantiere di zeppole, una fritta e una al forno, con relativo spumante di accompagnamento, ricordandoci sempre di stare attenti a stapparlo perché “non sia mai vi finisce nell’occhio, guagliottè!”.

Successivamente, il caro Pietro Treck Treccagnoli, all’epoca mattatore della pagina culturale de “il Mattino”, propose un flash mob a tema zeppola: si votò quale pasticceria facesse la migliore, dopodiché ci demmo appuntamento li davanti, abbigliati in rosso se si preferiva la fritta o in blu se si preferiva quella al forno. Così il mio amico Ciccio Grana ed io ci presentammo a piazza San Domenico Maggiore, davanti alla storica sede della pasticceria Scaturchio, che aveva vinto la speciale disputa, lui con un pullover rosso ed io con un abitino di maglia blu, perché, diete a parte, la zeppola al forno è più leggera e mi piace di più. Sempre in quel periodo, non posso non menzionare le ottime zeppole che non mancava mai di portare sempre Giuseppe Vitiello, per gli amici Pinuccio, alla mia famiglia; ho vissuto tanti anni con mia madre soltanto e per gli impegni, non sempre il 19 marzo riuscivo a vedere mio padre e , anche se sembra strano, ricevere le zeppole di Pinuccio era un po’ come sentirlo più vicino.

Ancora anni dopo, quando ho iniziato a collaborare alla Sud Comunicazioni con la cara Rossana, che è per me non solo un semplice “boss”, un capo ma anche una amica e una sorella, il giorno della festa del papà era tutto dedicato al suo papà, il mitico ING, ovvero l’ingegnere Francesco Russo, una persona veramente speciale. E’ un po’ il padre spirituale della Sud, che non ci ha mai fatto mancare un consiglio, un sorriso, un sostegno; un uomo brillante e instancabile, un esempio per ogni papà. E allora zeppole di Scaturchio anche con lui, sebbene preferisca il cioccolato di Gay-Odin.

Se la zeppola non va da Maometto….

Insomma, questo per dire che mi unisco al coro di quanti oggi non potranno uscire a comprare la propria “guantiera” di zeppole. Va bene che ci sono i supermercati aperti e di certo si potrà arrangiare qualcosa ma parliamoci chiaro: quelle di pasticceria hanno un altro sapore. Però bisogna cercare di trarre qualcosa di buono in ogni situazione e dal momento che adesso tutta Italia si è riscoperta cuoca, perché non provare a farle in casa? In questo modo, oltre a impegnare il tempo, si potrà rendere la giornata un po’ più festosa e leggera e sicuramente, fare felici i propri papà (a patto che le zeppole siano edibili, sia chiaro!).

La Ricetta

La ricetta che vi propongo viene dal blog di Misya, una giovane foodblogger napoletana da cui cerco di prendere sempre spunto nei miei pasticci culinari. (Ndr: non l’ho mai provata, mea culpa. Ma mi riprometto di cimentarmi semmai dovessi rendere il mio compagno Mario papà…)

Ingredienti (per 12 zeppole)

  • Ingredienti per 12 zeppole:

Per la crema:

 

 

Procedimento:

In un pentolino dal fondo spesso, mettete l’acqua, il burro e un pizzico di sale e portate a ebollizione. Appena bolle togliete dal fuoco, aggiungete la farina precedentemente e mescolate. Rimettete il composto sul fuoco e continuate a mescolare finché il composto non si stacchi dalle pareti, quindi spegnete e lasciate intiepidire. Aggiungete la scorza di limone grattugiata e poi le uova una per volta facendo incorporare bene ogni uovo prima di aggiungere l’uovo successivo. Lavorate l’impasto fino a che tutti gli ingredienti non si saranno ben amalgamati tra loro.

Mettete la pasta choux in una sac à poche con bocchettone a stella e, su una teglia da forno ricoperta di carta forno, formare delle ciambelline che formerete con un movimento a spirale partendo dal centro e mettendo sullo strato esterno un altro cerchietto di pasta. Infornate in forno ventilato già caldo a 200°C e cuocete per 20 minuti, poi abbassate la temperatura del forno a 160°C e cuocete per altri 10-15 minuti.

Nel frattempo preparate la crema senza uova. Mettete in una casseruola la farina e lo zucchero e mescolate. Mettete sul fuoco e fate cuocere a fiamma bassa, aggiungete quindi una puntina di colorante giallo. Portate la crema ad ebollizione sempre mescolando e fate addensare. Andate ora ad assemblare le vostre zeppole di San Giuseppe.
Mettete la crema pasticcera in una tasca da pasticcere, tagliate le zeppole a metà. Farcite con un po’di crema, richiudete e completate riempendo il centro di ogni zeppola con un ciuffetto di crema. Spolverizzate con lo zucchero a velo, disponete nel mezzo un’amarena sciroppata e servite.

 

 

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