Sgominata associazione di narcos tra Campania e Lazio. Coinvolta una nota trattoria di Posillipo. 24 le persone in manette.(GUARDA IL VIDEO)

di Marisa Russo

Questa mattina oltre 150 finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, con il supporto dei Comandi Provinciali di Roma, Salerno, Caserta e Latina, hanno arrestato 24 membri di un’organizzazione di narcotrafficanti operante tra Campania e Lazio. 

Fra i principali esponenti dell’organizzazione c’è Ciro Capasso, non nuovo nel settore del traffico di sostanze stupefacenti, infatti era già apparso in altre inchieste giudiziarie che ne hanno attestato la sua vicinanza ad ambienti camorristici riferibili al clan degli “scissionisti” di Secondigliano, nonché all’ala “economica” del clan Contini e comunque in contatto con altre organizzazioni  napoletane per le quali ha operato come vero e proprio “broker” del narcotraffico. 

Di particolare rilievo sono i legami sentimentali di una donna con  di Ciro Capasso, che la indussero ad accollarsi un debito pari circa ad 1 milione di euro a causa di un sequestro, patito da Capasso, di una grande quantità di droga. La stessa donna era appartenente al gruppo di commercianti che Salvatore Botta utilizzava per riciclare denaro illecito. Ad ogni modo le indagini hanno consentito di attestare l’estinzione di questo debito e quindi l’effettiva ripresa a pieno regime della sua attività di narcotrafficante.

Parte dei suoi guadagni erano investiti nel settore della ristorazione. Guadagni che gli hanno permesso di aprire la nota trattoria-gourmet Tufo’ in via Posillipo, dentro la quale sono anche avvenute riunioni tra Ciro Capasso, il figlio Antonio ed altri membri dell’associazione, al fine di decidere la quantità di cocaina da comprare. Grazie alle intercettazioni si è constatato che alle  riunioni era presente Rosario Lumia, fermato qualche giorno dopo e arrestato perchè in possesso di oltre 33 Kg di cocaina. Le successive perquisizioni nella sua casa a Posillipo hanno permesso di sequestrare 217mila euro in contanti, 14mila dollari statunitensi e 3 orologi di lusso per un valore complessivo di 20mila euro. Tutto ciò fa intuire che, Rosario Luma non era solo un semplice corriere.

Ulteriore conferma dell’attività del clan, qualche mese dopo, è stata data dal sequestro di 10,750 Kg di cocaina in un appartamento a Casalnuovo, ed in conseguente arresto di altri 3 membri del clan che in quel momento erano impegnati proprio nella spartizione del carico e quindi colti sul fatto.

La droga sequestrata , il cui valore di mercato al dettaglio equivale a 10milioni  di euro, sarebbe stata destinata ad alimentare diverse “piazze di spaccio” non solo della città di Napoli,  ma anche delle province di Salerno e Caserta. 

Nei confronti dei principali indagati, è stato eseguito, tra le province di Napoli e Caserta, anche il sequestro di 7 società (tra cui i ristoranti a insegna “Tufò”), 3 immobili, 13 veicoli e 68 rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. 

Infine, 6 tra i nuclei familiari dei soggetti colpiti dai provvedimenti cautelari personali (compreso quello dei Capasso) sono risultati beneficiari di reddito di cittadinanza; le relative posizioni sono state segnalate all’INPS per i provvedimenti del caso. 

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