Afghanistan: attacco a Save The Children, 3 morti. Isis rivendica

L’attacco di un commando dell’Isis alla sezione di Jalalabad City della ong Save The Children si è concluso alle 19 locali (le 15,30 italiane) con l’uccisione di cinque militanti. Lo riferiscono le tv Tolo e 1TvNews, citando fonti ufficiali. Circa 45 membri dello staff della ong sono stati liberati dalle forze di sicurezza afghane. Il bilancio provvisorio di tre morti (fra cui due dipendenti della ong) e 24 feriti, riferisce l’agenzia di stampa Pajhwok, è stato confermato nel tardo pomeriggio dal governatore della provincia di Nangarhar, Gulab Mangal. In seguito all’attentato Save the Children sospende le sue attività in Afghanistan, a riferirlo i media internazionali. Secondo una fonte ufficiale un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso dell’edificio che ospita l’organizzazione, permettendo al commando di penetrare all’interno. La rivendicazione dell’Isis, pubblicata dall’agenzia Amaq, sostiene che l’attacco è stato portato contro “fondazioni britanniche e svedesi”, in riferimento forse ad un’altra organizzazione presente nell’edificio di cui al momento non si sa nulla. Testimoni oculari hanno riferito di scene di panico nella zona e della fuga degli alunni di una scuola privata che si trova vicino alla sede di Save The Children. Fondata 98 anni fa e basata a Londra, Save The Children è una ong internazionale che promuove i diritti dei bambini portando aiuto ad essi nelle zone più povere dei Paesi in via di sviluppo. L’organizzazione internazionale Save The Children ha dichiarato oggi di essere “devastata dalla notizia dell’attacco oggi del nostro ufficio di Jalalabad in Afghanistan”. In un breve tweet ,l’ong aggiunge che “la nostra principale preoccupazione riguarda l’incolumità e la sicurezza del nostro staff”. “Stiamo aspettando altre informazioni dal nostro team – si dice infine – e quindi non possiamo allo stato delle cose fare altri commenti”. I talebani afghani hanno sostenuto oggi di non avere alcuna responsabilità nell’attacco armato alla sede della ong Save The Children di Jalalabad City, nella provincia di Nangarhar. Al riguardo il portavoce Zabihullah Mujahid ha indicato via Twitter: “Attacco odierno nella città di Jalalabad: nulla a che vedere con i mujaheddin dell’Emirato islamico”.

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