SCAMPIA, IN UN AGGUATO UCCISO FIGLIO DEL BOSS RAFFAELE NOTTURNO NOTTURNO

di Gianmaria Roberti

Agguato mortale nella notte a Scampia, periferia nord napoletana già teatro di due sanguinose faide di camorra. A cadere sotto il fuoco dei killer il 21enne Nicola Notturno, figlio del boss Raffaele Notturno, uno dei capi degli scissionisti che nel 2004 scatenarono una guerra contro il clan Di Lauro. I sicari sono entrati in azione in via Ghisleri, intorno alle 3.20 del mattino. Il giovane è stato soccorso e trasportato dal 118 all’ospedale San Giovanni Bosco ma è deceduto durante il tragitto. Stando a una prima ricostruzione, il 21enne è stato affiancato da un’auto in corsa e i sicari gli hanno esploso contro 7 colpi, per poi scappare verso viale della Resistenza. La vittima era anche nipote del boss Gennaro Notturno, collaboratore di giustizia il cui pentimento è diventato pubblico da qualche giorno. Oltre alla pista dei contrasti tra clan, gli inquirenti non trascurano quella della vendetta trasversale: il giovane potrebbe essere stato ucciso per inviare un messaggio al neo pentito. Da un po’ di tempo Gennaro Notturno sta ricostruendo, davanti ai magistrati dell’anticamorra, le origini della prima faida che, nei primi anni duemila, causò un’ottantina di morti. In alcuni casi si trattava di vittime innocenti, massacrate per errore durante il conflitto tra le cosche per il controllo degli affari illeciti. Una di loro era il giovane disabile Antonio Landieri, freddato alla schiena dai killer in un agguato nel rione dei Sette Palazzi: i sicari degli scissionisti scambiarono per spacciatori del clan nemico 5 ragazzi che stavano giocando a calciobalilla. Landieri non fece in tempo a scappare perché aveva problemi di deambulazione. Di questo delitto si è autoaccusato Gennaro Notturno, che ha anche individuato nell’assassinio di Luigi Aliberti, un affiliato ai Di Lauro, la miccia che fece esplodere la guerra di camorra. Una circostanza che, se trovasse riscontri, costringerebbe gli investigatori a riscrivere la storia della faida. Finora, si riteneva infatti che che il primo colpo di pistola fosse stato sparato in occasione del duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salerno, due affiliati del clan Di Lauro freddati il 28 ottobre del 2004. L’omicidio Aliberti invece fu consumato il 29 settembre di quell’anno, circa un mese prima. Il luogo dell’agguato era sempre via Ghisleri, dove stanotte Notturno junior ha incrociato il suo destino di morte, in una sinistra ricorrenza.

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