SUB ANNEGATI A ISCHIA, SI CERCA VERITA’ NEI VIDEO

Filmata la grotta dove hanno perso la vita Antonio Emanato e la giovanissima allieva Lara Scamardella. Una certa importanza potrebbe rivestire quanto registrato dalla GoPro dell’istruttore, una videocamera resistente all’acqua. L’uomo avrebbe tentato di salvare la ragazzina passandole le sue bombole

La tragedia nel mare di Ischia: si cerca la verità in alcuni video. Ma intanto avanza un’ipotesi: Antonio sarebbe morto cercando di salvare Lara, negli attimi in cui la vista dell’istruttore e dell’allieva era ostruita dal fango sul fondale della grotta, diventata una trappola. Questo suggeriscono le prime indagini sulla morte di Antonio Emanato e Lara Scamardella, avvenuta domenica scorsa nella “secca delle formiche” a Ischia, di fronte all’isolotto di Vivara. Lo stesso giorno in cui è stato recuperato il corpo del 44enne titolare del diving center Seaword di Bacoli, mentre ieri mattina è stato riportato in superficie il cadavere della 13enne. Emanato, accortosi del pericolo, avrebbe fatto di tutto per aiutare la ragazzina. Porgendole forse le sue bombole d’ossigeno, trovate a metà strada tra il suo cadavere e il punto in cui giaceva Lara. Il materiale sarà esaminato da un consulente tecnico della Procura di Napoli, che ha aperto un fascicolo affidato al pm Francesca de Renzis. Gli inquirenti visioneranno anche le immagini registrate dalle telecamere per ricostruire la dinamica dell’incidente. Gli speleo-sub dei Vigili del Fuoco, assistiti dal Tenente di Vascello Alessio De Angelis, Comandante della Guardia costiera di Ischia, hanno filmato l’intera cavità sottomarina. Una certa importanza potrebbe rivestire quanto registrato dalla GoPro di Emanato, una videocamera resistente all’acqua. Le attrezzature tecniche saranno sottoposte ad accertamenti, verifiche saranno eseguite anche sui brevetti in possesso dei due sub. In particolare saranno valutate le capacità e le competenze del maestro e gli accorgimenti utilizzati per entrare nella grotta. Saranno interrogate anche le altre quattro persone a bordo del gommone del “Diving Center” prima della tragica immersione. Ma risposte potranno arrivare solo dalle autopsie, che verranno effettuate domani al II Policlinico di Napoli, dove i corpi sono stati trasferiti. Secondo la ricostruzione, poco dopo le dieci di domenica, i sei subacquei si sono immersi. I primi quattro sono risaliti dopo meno di un’ora. Non vedendo rientrare gli altri due, dopo alcuni minuti hanno dato l’allarme. Dal punto di accesso della grotta alla sua fine c’è un dislivello che parte dai 10 metri per terminare a 16 metri. L’area non è considerata pericolosa dagli esperti. Partito l’sos, sono iniziate le ricerche con i gommoni della Capitaneria e il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco. In azione anche un elicottero della Protezione civile. Il cadavere di Emanato era a circa 15 metri di profondità. Più difficoltose le operazioni di recupero della 13enne, la cui salma è stata portata sulla terra ferma soltanto nella tarda mattinata di ieri, dopo molte ore.

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