Papa Francesco dopo il suo viaggio in Egitto: “Un segno di speranza per la storia e per l’oggi”

Come spesso accade dopo un viaggio apostolico, papa Francesco nella udienza generale successiva, – oggi davanti a oltre 15.000 persone, in piazza San Pietro – ha riassunto il viaggio in Egitto del 28 e 29 scorsi. Ha prima ricordato di essersi recato in Egitto dopo il “quadruplice invito” di presidente della Repubblica, imam di Al Azhar, patriarca copto ortodosso e patriarca copto cattolico, e ha ringraziato “ciascuno di loro” per l’accoglienza che gli e’ stata riservata, “veramente calorosa”.

Un grazie anche “all’intero popolo egiziano per la partecipazione e l’affetto”. Papa Francesco ha quindi sottolineato “l’impegno straordinario” che il presidente e le Autorita’ civili hanno posto “perche’ questo evento potesse svolgersi nel migliore dei modi; perche’ potesse essere un segno di pace, un segno di pace – ha ripetuto – per l’Egitto e per tutta quella regione, che purtroppo soffre per i conflitti e il terrorismo. Infatti il motto del Viaggio era “Il Papa della pace in un Egitto di pace”.

Della sua visita ad Al-Azhar, la piu’ antica universita’ islamica e principale centro dell’islam sunnita, papa Bergoglio ha messo in evidenza il “doppio orizzonte: quello del dialogo tra cristiani e musulmani e, al tempo stesso, quello della promozione della pace nel mondo”.

“Ad Al-Azhar – ha ricordato – e’ avvenuto l’incontro con il Grande Imam, incontro che si e’ poi allargato alla Conferenza Internazionale per la Pace; in tale contesto ho offerto una riflessione che ha valorizzato la storia dell’Egitto come terra di civilta’ e terra di alleanze”. “Per tutta l’umanita’ – ha rimarcato il Pontefice – l’Egitto e’ sinonimo di antica civilta’, di tesori d’arte e di conoscenza; e questo ci ricorda che la pace si costruisce mediante l’educazione, la formazione della sapienza, di un umanesimo che comprende come parte integrante la dimensione religiosa, il rapporto con Dio, come ha ricordato il Grande Imam nel suo discorso”. Papa Francesco ha osservato che “tutti i cittadini, di ogni origine, cultura e religione” sono chiamati a costruire un “ordine sociale e civile”.

“Tale visione di sana laicita’ – ha rilevato – e’ emersa nello scambio di discorsi con il Presidente della Repubblica dell’Egitto, alla presenza delle autorita’ del Paese e del Corpo diplomatico. Il grande patrimonio storico e religioso dell’Egitto e il suo ruolo nella regione mediorientale gli conferiscono un compito peculiare nel cammino verso una pace stabile e duratura, che poggi non sul diritto della forza, ma sulla forza del diritto”. Papa Bergoglio ha quindi ricordato i risvolti ecumenici del viaggio in Egitto, con gli incontri con il patriarca copto ortodosso Tawadros, la firma di una dichiarazione comune, e la presenza del patriarca ecumenico Bartolome, “mio caro fratello”. A proposito della messa celebrata il 29 aprile con la comunita’ cattolica, il Papa ha osservato come in Egitto “ci sono – ha detto – tanti seminaristi, e questa e’ una consolazione”. Nella messa, ha spiegato, “ho visto la bellezza della Chiesa in Egitto”.

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