Pyongyang risponde a Trump: “Andremo in guerra se gli Usa lo vogliono”

In una intervista all’Associated Press il viceministro degli Esteri nordcoreano Han Ryol ha accusato oggi il presidente americano Donald Trump di aver creato un “circolo vizioso” di tensioni nella penisola coreana, ha detto che di fronte a un attacco preventivo americano Pyongyang “non terrà le braccia incrociate” e che il prossimo test nucleare sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno.

Han ha aggiunto che non è il suo Paese quanto il presidente Usa a “creare guai”. Nei giorni scorsi Trump aveva scritto su Twitter che la Corea del Nord “è in cerca di guai”. “Trump provoca in continuazione con le sue frasi aggressive. Non è la Repubblica popolare democratica di Corea ma gli Usa e Trump che creano guai”, ha detto il ministro nordcoreano all’Ap.

L’agenzia di stato nordcoreana – Gli Stati uniti fanno attacchi militari contro stati sovrani sostenendo di perseguire la “pace attraverso la forza”, ma comportandosi in realtà come gangster. L’ha affermato, secondo quanto riporta l’agenzia di stato nordcoreana Kcna, un portavoce dell’Istituto per il disarmo e la pace, che è un’articolazione del ministero degli Esteri di Pyongyang. Esplicitamente la dichiarazione è motivata dall’attacco statunitense contro una base siriana di una settimana, definito “atto d’aggressione insolente e barbaro”, ma viene in un momento in cui il presidente Usa Donald Trump minaccia un’azione di forza contro le ambizioni nucleari di Pyongyang.

“Gli Usa distubano la pace e la stabilità globale, oltre a insistere con una logica da gangster che l’invasione di uno stato sovrano è ‘decisiva, giusta e proporzionata’ e contribuisce a ‘difendere’ l’ordine internazionale nel suo tentativo di applicarla alla Penisola coreana”, scrive ancora la Kcna riportando le dichiarazioni del portavoce non citato per nome. Secondo quanto riferito dalla Kcna, il portavoce del regime di Kim Jong Un ha detto che gli Usa “introducono nella Penisola coreana, il punto più caldo del mondo, importanti asset strategici nucleari, minacciando seriamente la pace e la sicurezza della penisola e spingendo la situazione sull’orlo di una guerra”. Una guerra “termonucleare che potrebbe esplodere in ogni momento”.

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