Napoli, arrestato gioielliere con negozio a Chiaia e casa a Posillipo. Originario del quartiere Miano aveva offerto ospitalità al boss latitante Lo Russo in una casa al centro di Napoli (Video)

La Direzione Investigativa Antimafia, guidata dal capocentro Giuseppe Linares, ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip presso il Tribunale di Napoli e ha arrestato il gioielliere della Napoli “bene” Luigi SCOGNAMIGLIO, titolare del noto marchio di orologi “Calabritto 28”, con negozi nella centrale zona Chiaia e Vomero, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento personale con l’aggravante dell’art. 7 L.203/91 .

All’indagato è contestato di avere favorito la latitanza di Antonio LO RUSSO , esponente di vertice dell’omonimo clan, oggi c.d.g. a sottrarsi alle ricerche ed ad eludere le investigazioni dell’Autorità, fornendo al predetto assistenza logistica e materiale.
In particolare, l’imprenditore, durante il primo periodo della latitanza LO RUSSO e sino al suo trasferimento all’estero, metteva a disposizione di quest’ultimo una abitazione in zona Chiaia, fornendogli vitto, occupandosi di ogni sua esigenza personale tra cui la convocazione e l’accompagnamento di affiliati e della moglie, ed, infine, ospitandolo per un periodo anche nella sua abitazione.
Le indagini – consistite nell’analisi delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, supportatata dalla relativa attività di riscontro – hanno consentito, in particolare, di ricostruire il “vuoto” relativo al periodo temporale che va dal maggio 2010 – quando LO RUSSO Antonio colpito da ordinanza di custodia cautelare per i reati di cui all’art.416 bis e 74 d.p.r. 309/90 riusciva a sfuggire alla cattura – all’estate del 2010, epoca in cui veniva spostato all’estero proseguendo la latitanza fino al 15 aprile 2014, data in cui veniva arrestato a Nizza.
A far luce su tale periodo di “vuoto” è stato in primis lo stesso Antonio LO RUSSO, che, all’indomani della sua scelta collaborativa, rendeva dichiarazioni, tra l’altro, sulle persone che avevano favorito la latitanza, tra i quali, oltre che alcuni suoi uomini fedelissimi già tratti in arresto, Luigi SCOGNAMIGLIO, detto “Gigino Elite”, suo vecchio amico essendo originario della zona di Miano, il quale gli aveva messo a disposizione una abitazione nel quartiere Chiaia, precisamente nei pressi del cinema Metropolitan, zona vicina ad uno dei suoi negozi ubicati nella centralissima via Calabritto.

Le dichiarazioni rese da Antonio LO RUSSO sono state confermate dalla moglie Anna GARGANO – sottoposta agli arresti domiciliari per il reato di estorsione in relazione alla vicenda della “imposizione del pane”, la quale ha dichiarato tra l’altro di avere più volte incontrato il marito presso l’abitazione messa a disposizione da “Gigino Elite” che descriveva come “uno degli amici puliti di Tonino”.
Ed in effetti il gioielliere, incensurato, originario della zona di Miano aveva nel corso degli anni spostato la sua residenza nella zona di Posillipo e la sua attività commerciale nelle zone Chiaia e Vomero.
Anche altri collaboratori di giustizia dell’area criminale Amato-Pagano, gruppo al quale Antonio LO RUSSO era legato non solo da affari relativi agli stupefacenti ma anche perché Cesare Pagano era stato suo compare di nozze, avevano indicato lo SCOGNAMIGLIO quale soggetto che aveva favorito la latitanza di LO RUSSO.

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