Precipitato aereo russo nel Mar Nero diretto in Siria, trovata la scatola nera

I sommozzatori impegnati nelle ricerche dell’aereo militare russo che si è inabissato domenica nel Mar Nero, poco dopo il decollo da Sochi alla volta di Latakia, in Siria, hanno trovato una scatola nera. Secondo gli esperti, i dati provenienti dal registratore di volo parametrico sono in buone condizioni e possono essere estratti entro la fine della settimana.

Secondo informazioni non ufficiali, sono stati riportati a riva 16 cadaveri e centinaia di detriti umani. La tragedia aerea non è però ancora metabolizzata dalla società russa. Mosca, dopo la giornata di ieri di lutto nazionale, è come sprofondata in un abisso di tristezza e sgomento, simile a quando il sottomarino Kursk si inabissò nel Mare di Barents, all’inizio del primo mandato presidenziale di Vladimir Putin: all’epoca furono 114 le vittime. Allora, come oggi, la tragedia scosse profondamente l’opinione pubblica. Allora come oggi non si parlava d’altro in metropolitana, nelle sale d’attesa, sui media. Ieri in Tv, ora sui social network.

IL MINISTRO DELLA DIFESA – Il ministro della Difesa Sergey Shoigu ha chiesto anche oggi ai suoi sottoposti un minuto di silenzio e ha commemorato le vittime dello schianto. “C’è stata una grande tragedia. Sono rimasti uccisi i nostri compagni, colleghi, persone con cui abbiamo lavorato in direzioni diverse, le persone che rappresentano il colore, il volto delle nostre forze armate, la nostra cultura, e, naturalmente, coloro che nel corso degli anni ci hanno aiutato e sostenuto, e noi li abbiamo sostenuti in grandi e importanti operazioni umanitarie in luoghi diversi, in diversi territori” ha detto Shoigu durante una riunione.

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