Vicenda De Luca. Le telefonate degli accordi al vaglio del Csm

Di GIANMARIA ROBERTI (ildesk.it)

Manna e Scognamiglio non erano in crisi”. Spunta telefonata a Mastursi
27 novembre 2015Campania044
Indagine De Luca, “Manna e Scognamiglio non erano in crisi”. Spunta telefonata a Mastursi


Negli atti inviati al Csm la Procura di Roma evidenzia la presunta sintonia tra il giudice e il marito: “Lei sapeva dell’aspirazione a diventare direttore generale e ritardò di un giorno la pubblicazione della sentenza come chiesto da Vetrano che incontrò subito il capostaff del governatore”

ROMA – Sono documenti che mettono in dubbio la versione fornita dal giudice all’indomani dello scoppio dell’affaire De Luca. Carte che riferiscono dei rapporti tra Anna Scognamiglio e il marito Guglielmo Manna. Un menage da “separati in casa” secondo il magistrato indagato per concussione. Nella nota inviata dalla Procura di Roma al Csm, che ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti della Scognamiglio, si riportano anche le indagini relative ai rapporti all’interno del collegio chiamato a decidere sul ricorso del governatore sospeso. Tra gli atti, spuntano intercettazioni di Nello Mastursi, l’ex capostaff di De Luca, che avrebbe fatto da tramite – secondo i pm romani – tra i coniugi Manna-Scognamiglio, i coindagati Brancaccio e Vetrano e il presidente della Regione per obbligarlo allo scambio illecito: un aiuto nel ricorso per la nomina di direttore generale Asl al marito del magistrato.
“Relativamente ai rapporti tra Manna Guglielmo e Scognamiglio Anna – scrive la Squadra Mobile di Napoli – si riportano i messaggi whats app acquisiti dall’utenza in uso al Magistrato dai quali emergono elementi tali da far escludere che tra i due vi fosse un rapporto conflittuale in crisi”. Sono frasi in cui abbondano vezzeggiativi come “amore mio”, “tesoro mio” e “cucciolotta”. Parole che inducono gli investigatori a non ritenere tanto deteriorato il matrimonio tra i due. E quindi, si giustifica l’ipotesi di vederli entrambi uniti nell’obiettivo di estorcere a De Luca l’incarico per Manna.
Il 30 giugno Manna chiede alla moglie se c’erano novità. “Si rammenta che, come riferito dal Presidente del collegio Dr. Umberto Antico, la designazione della Scognamiglio per il ricorso De Luca avveniva proprio il 30 giugno”. Si tratterebbe della designazione a relatrice dell’ordinanza sul ricorso.
“Il 10 luglio – è scritto – la Scognamiglio, iscritta in un gruppo con altri magistrati, discorreva dell’andamento della sezione di appartenenza e dei ricorsi de Magistris e De Luca che la sezione doveva affrontare e scriveva testualmente: ‘La stampa pensa che il caso De Luca sia esaurito’, lasciando verosimilmente intendenre che il provvedimento emesso dal Tribunale inaudita altera parte in data 02 luglio 2015, poteva essere ribaltato dal provvedimento che avrebbe emesso il collegio di cui ella era giudice relatore”. I poliziotti affermano:”Tale messaggio potrebbe essere analizzato confrontandolo con la conversazione che in data 02 luglio 2015 il marito Manna intrattiene con Giorgio Poziello. Durante tale conversazione Manna riferisce all’interlocutore, in merito al ricorso presentato da De Luca ‘ha avuto un decreto inaudita altera parte’…d’accordo? Quindi per urgenza, poi entro fine mese si fa la causa, che può confermare o non confermare questo decreto”
Gli investigatori ipotizzano una “piena consapevolezza” del giudice circa le aspirazioni del marito. Convinzione basata anche sui messaggi scambiati il 3 agosto, giorno in cui Manna incontra Mastursi isnieme a Giuseppe Vetrano e Gianfranco Brancaccio a Palazzo Santa Lucia. Quel giorno la Scognamiglio contatta due volte Manna per chiedere novità.
Secondo gli inquirenti, Nello Mastursi sarebbe il “gancio” del gruppo di Manna per arrivare a De Luca, e costringerlo a conferirgli l’agognato incarico. Il 17 luglio Vetrano lo chiama, dopo aver incontrato Manna e Brancaccio. Il tono della conversazione è criptico. Vetrano dà appuntamento a Mastursi per il successivo martedì, per riferirgli “altre cose”
Per i poliziotti, il riferimento è al provvedimento di De Luca, il cui deposito era stato deciso dal collegio il 21 luglio, dettaglio conosciuto da Manna.
Gli inquirenti sospettano che Vetrano, tramite Brancaccio, chieda ai coniugi di rinviare quanto più possibile la notifica del provvedimento “ricevendo rassicurazioni dall’avvocato”, ossia Manna. Un ritardo dettato dalla necessità di “di parlare con una terza persona per illustrargli ulteriori dettagli rispetto a quanto già riferito”. Sono convinti che la terza persona sia Mastursi. Dagli atti emerge che Scognamiglio avrebbe riferito ad Umberto Antico, presidente del collegio, “che non ce l’avrebbe fatta a depositare martedì 21 e che avrebbe depositato mercoledì 22 luglio, come effettivamente poi è accaduto, anche – si legge – se in data 19 luglio inviava un messaggio ad Umberto Antico in cui riferiva che gli avrebbe inviato via mail una bozza del provvedimento che avrebbe terminato il giorno successivo”.
Dunque slitta la pubblicazione della decisione. E a Mastursi arriva un messaggio di Vetrano il martedì, per fissare il loro incontro. Dalle indagini emerge che i due si sono incontrati a Napoli alle 15.36 del giorno concordato. Una circostanza ritenuta plausibile dall’incrocio tra i dati sulla cella impegnata dal telefonino di Vetrano, quella di Santa Lucia, “pienamente coincidente con la cella impegnata dall’utenza in uso al Mastursi”. La Squadra Mobile annota: “Si osservi che, come richiesto, alle ore 16.33 del 21 luglio 2015 la notifica non era stata ancora resa pubblica”. Lo stesso pomeriggio, alle 15,20, Manna sente Brancaccio e lo rassicurerebbe sull’esito positivo della vicenda: “La storia è finita”.
Dopo aver ascoltato gli altri componenti del collegio, Umberto Antico e Raffaele Sdino, la Squadra mobile ritiene che mai il giudice avesse detto ai colleghi delle aspettative del marito, che avrebbero potuto configurare incompatibilità con il procedimento. “Dai messaggi e dalle conversazioni riportate – scrivono i poliziotti – è evidente che lei conoscesse le aspirazioni del marito di essere nominato Direttore Generale di una Asl della Campania”, nomina che è “sarebbe stata una prerogativa del Presidente della Region”. Gli investigatori chiosano: “La Scognamiglio, quindi, relativamente a tale aspetto della vicenda, non si poneva la problematica della sua astensione nonostante i chiari interessi del marito
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